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Tina Rispoli e i suoi 20 anni con il boss: “Non sapevo che fosse un camorrista”

La moglie di Tony Colombo parla del suo passato

Quasi 20 anni a fianco di un boss senza saperlo. E’ quanto rivela Tina Rispoli, da pochi giorni sposata con il neomelodico Tony Colombo, nel corso di un’intervista pubblicata su “Il Mattino“. La vedova di Gaetano Marino, uno degli elementi apicali dell’omonimo clan protagonista delle faide di Scampia e Secondigliano, ucciso in un agguato di camorra nell’agosto del 2012, risponde così alle polemiche che hanno caratterizzato il suo secondo matrimonio a distanza di 25 anni dal primo.

Dalla passerella in carrozza per il Corso Secondigliano all’arrivo in limousine in piazza del Plebiscito per ricevere la sorpresa del suo Tony, conosciuto quando era la moglie di Gaetano Marino “perché si esibiva alle cerimonie di famiglia”. Giorni intensi per Tina Rispoli macchiati, tuttavia, da quel passato che ogni volta ritorna.

“Mi sono appena sposata e probabilmente sono incinta, dovrei essere felicissima e, invece, sono sospesa tra tristezza e rabbia: sono una donna onesta, dalla fedina penale pulitissima, perché devo vedermi paragonata ai Casamonica, che c’entro io con la camorra?”.

Gaetano Marino e Tina Rispoli durante una trasmissione televisiva nel 2010

A questo punto l’intervistatore, il giornalista Federico Vacalebre, gli ricorda i legami passati con il fratello di Gennaro Marino detto “Mckay“, attualmente detenuto in regime di 41 bis. Matrimonio dal quale sono nati tre figli (due maschi e una femmina) di 23, 19 e 12 anni.

“Sette anni dopo quel sangue, io devo essere indicata come la vedova del boss, i miei figli devono diventare i figli del boss?

“Venticinque anni fa , con una cerimonia molto più semplice di quella di oggi, ho sposato un uomo che in casa è stato marito e padre esemplare, quello che faceva fuori non lo vedevo e non lo sapevo. […] Almeno fino a quando è morto ammazzato e ho iniziato a sentir ripetere quella parola: boss, boss, boss”.

Sul matrimonio definito “trash”, “pacchiano” e “volgare” e paragonato a una vera e propria ostentazione di potere, la signora Colombo chiarisce:

“Per me era il tenero sogno di una bambina che si avverava: quell’abito bianco, i cavalli bianchi, la carrozza, i trombettieri, il mio quartiere in festa. Potere? Ma se tutti ci sparano addosso”.


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