Parla a ventiquattr’ore dal matrimonio concluso all’alba di venerdì 29 marzo nel castello del boss delle Cerimonie. Tony Colombo, 32 anni, non ci sta e prova a fare chiarezza sulle polemiche che hanno accompagnato il matrimonio con Tina Rispoli, 45 anni, vedeva del boss Gaetano Marino, ucciso in un agguato di camorra nel 2012 a Terracina, nell’ambito della terza faida interna al clan Scissionista.
Il cantante neomelodico di origini siciliane, in una intervista rilasciata ai principali quotidiani cittadini, si dice amareggiato per quanto accaduto. “Ci siamo sposati, non abbiamo fatto una stesa. Io canto e non sparo, non spaccio, non ho nulla a che vedere con il crimine organizzato”. Poi il passaggio sulla moglie e sul suo passato: “Non può essere prigioniera del suo primo matrimonio. E’ incensurata, che colpe ha? Non c’entriamo nulla con la camorra “.
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Colombo ha poi annunciato che “tra un mese ci sposeremo in Chiesa e ci sarà un’altra grande festa”. Sulle polemiche relative al flash mob e alla mancanza di autorizzazioni aggiunge: “Rifarei tutto tale e quale” ribadendo di aver chiesto e ottenuto i permessi per il flash mob trasformato però nel set dove è stato poi girato il suo ultimo singolo: “Ti amo amore mio”. “Siamo stati per ore in piazza e nessuno ha avuto da ridire. Polizia, carabinieri, comune, sapevano tutto” commenta Colombo.
Intanto la procura di Napoli sta indagando su quanto accaduto lunedì 25 marzo in piazza del Plebiscito. Venerdì i carabinieri sono stati negli uffici del Comune, della polizia municipale e di due Municipalità per acquisire tutti i documenti relativi ai permessi richiesti per usufruire degli spazi comunali per festeggiare il matrimonio: dall’occupazione di piazza del Plebiscito al rito civile al Maschio Angioino.
Al momento le celebrazioni nella piazza più grande di Napoli e la sfilata in carrozza sul corso Secondigliano nonché altre violazioni (l’utilizzo dei droni ad esempio) sono state già sanzionate dalla polizia municipale per oltre 32mila euro.
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Sull’argomento Tony Colombo annuncia a “Il Mattino” che le multe “mi devono arrivare e poi vedremo con i miei legali con chi prendercela: se mi autorizzi a fare una cosa poi non mi puoi multare perché ho fatto quella cosa”.
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