La condizione dell’uomo di oggi è posta tra la perdita degli dèi della tradizione e l’attesa anticipata dell’essere, che è apparso all’inizio del cammino del pensiero occidentale, e che è atteso ora, nell’epoca del suo tramonto. La missione del pensatore e del poeta, nell’odierna avventura umana, è allora quella di rivolgersi di nuovo verso il cielo dell’essere, ascoltandone l’ispirazione, per fissare di nuovo in esso la sua stella: l’andare verso una stella, solo una stella, è il contributo che il filosofo e il poeta possono offrire all’uomo privo di Dio, e che vive nell’epoca della perdita di Dio (Entgötterung).
La contemplazione che l’estetica contemporanea attribuisce alla capacità dell’arte, deve essere allora intesa come “extasis”, ovvero come uscita verso l’avvento dell’essere. Il vero poeta è per Heidegger colui che sa ascoltare l’essere, e che sa farne risuonare la parola. “Il cantare e il pensare sono i ceppi ravvicinati della poesia”. La poesia, così come il canto poetico appartengono a quella poesia originaria che essendo la più prossima all’esperienza dell’essere è la fonte sia del pensare che del poetare.
Certamente potremmo qui chiederci quale fine abbia fatto la filosofia come metafisica, ovvero come contemplazione o intuizione eidetica dell’essereì fondata sul cammino rigoroso del logos. E in effetti è stata questa la principale critica rivolta all’ermeneutica heideggeriana, considerata affine all’intuizione poetica o tutt’al più mistica, ma lontana dalla stringente presenza della razionalità e del logos. E tuttavia Heidegger vuole ricordarci qui qualcosa che appartiene proprio all’autentico pensare
filosofico, e che è caduto nell’oblio nel contesto della razionalità moderna:
vuole dirci cioè che il logos si nutre non solamente di “visione” ma anche di “ascolto”. Se la filosofia occidentale è stata in gran parte una filosofia della visione (eidetica o concettuale), l’ermeneutica vuole ricordarci che il pensare autentico è anche ascolto, ovvero apertura, disponibilità, corrispondenza verso una parola che come un dono e come evento ci raggiunge. Questa dimensione dell’ascolto come attitudine più propria del pensare è certamente maggiormente presente in altre culture diverse da quella occidentale, ed in particolare nella cultura ebraica. Ma la sua reintroduzione da parte dell’ermeneutica vuole rappresentare in qualche modo un ritorno alle origini dello stesso pensiero occidentale, in cui visione
e ascolto, filosofia e poesia erano congiunte.
Heidegger sottolinea la differenza tra filosofia e poesia, affermando che nella filosofia domina il momento dell’interrogare mentre nella poesia il
momento dello stupore e dell’ascolto. Ma la vicinanza tra pensare e poetare
risulta intrecciata in così vasti echi di risonanze da risultare il più delle
volte inconfondibile: «pensare è limitarsi ad un solo pensiero che un
giorno si arresterà nel cielo del mondo, come una stella». Il pensare è un
cammino che parte dall’originario e va verso il cielo stellato, fissando la
nostra stella come unica e inconfondibile nel firmamento popolato da miriadi
di stelle. E la poesia è la forza e la speranza che ci sostiene nel cammino
“nell’andare verso una stella, soltanto una stella.
Esther Basile, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici – giornalista, scrittrice e filosofa
POETI 21 MARZO
ESTHER BASILE
ROSANNA BAZZANO
DORA CELESTE AMATO
MARTA MARIA CAMPOREALE
ANTONIO CERVELLI
LUCIANA DE PALMA
CARLO FEDELE
RITA FELERICO
ROSA FRULLO
ZACCARIA GALLO
BRUNO GALLUCCIO
ADRIANA LA VOLPE
ANNA MARIA LIBERATORE
FEDERICO LOTITO
GIOCONDA MARINELLI
MARIA MARMO
MARCO MELILLO
SILVANA NARDIELLO
GIOVANNI PERRI AGUA
CIRIC SLOBODANKA
LUCIA STEFANELLI
CIRO TREMOLATERRA
Modera CARMELA MAIETTA
Chitarra VALERIO BRUNER
Con la presenza dell’attrice ANNA MARIA ACKERMANN
Videoriprese Rosy Rubulotta

