Non ce l’ha fatta Vincenzo di Stazio, 40 anni, il medico napoletano morto a causa di una meningite. Ricoverato la sera di Capodanno con febbre alta clinica Villa dei Fiori di Mugnano di Napoli nella quale lavorava, il chirugo è morto questa notte a causa di un peggioramento delle condizioni di salute.
Il medico è stato colpito da una forma grave di meningite da pneumococco non contagiosa. E’ deceduto nelle scorse ore all’ospedale Cotugno di Napoli. L’uomo, inizialmente, era stato trasferito nella notte tra il 30 e il 31 dicembre all’ospedale del Mare con febbre alta e i sintomi della meningite. Poi le sue condizioni si sono aggravate nel corso della giornata tanto da disporre il ricovero d’urgenza al Cotugno dove i medici hanno appurato la meningite.E’ stata subito avviata la profilassi sia nella struttura sanitaria di Ponticelli sia sui familiari dell’uomo.
I funerali sono in programma giovedì 3 gennaio alle 16 presso la chiesa di San Tammaro a Grumo Nevano dove il medico abitava con la moglie e i tre figli. Proprio questi ultimi hanno deciso di donare gli organi dell’uomo. E il cuore del chirurgo salverà la vita a un bambino, A. .
In queste ore tantissime persone che conoscevano Vincenzo hanno scritto messaggi di cordoglio, su tutti quello di un caro amicoe collega, Francesco:
“Voglio ricordarlo così Enzo, felice come in questa foto di alcuni anni fa. Eravamo andati insieme alla moglie Antonella in auto alla festa del Prof e mi annunciarono in anteprima l’attesa del loro terzo angelo.
E’ alla sua splendida famiglia che va il mio pensiero!
I primi punti messi insieme, i primi interventi, le lunghe chiacchierate, le confidenze, la passione per la chirurgia….era un giovane brillante Enzo, sempre gentile ed educato, con il rispetto per gli altri tipico di chi si è “fatto da solo” ….
È profondamente ingiusta la Vita!
Da questo nuovo anno, proviamo a vivere tutto fino al midollo, cogliendo la vera essenza di ogni cosa, senza ripensamenti, senza progetti sensazionali…..vivere con gioia ogni secondo e apprezzarlo come un dono.
Lo dobbiamo ad Enzo che la Vita l’ha sempre amata!
R.I.P. Amico mio”.

