Basilica Santa Croce gremita così come l’omonima piazza. In migliaia hanno dato l’ultimo saluto ai quattro giovani di Torre del Greco scomparsi nella tragedia del ponte Morandi di Genova.
Una cerimonia toccante dove l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, nella sua omelia, ha ricordato che i quattro innocenti sono stati vittime dell’incuria, della negligenze e dell’irresponsabilità dell’essere umano.
Parole dure quelle di Sepe, alle quali seguono quelle del primo cittadino di Torre del Greco, Giovanni Palomba. In una lettera emozionale, letta alla fine della cerimonia funebre, il sindaco ha ricordato come “Torre del Greco a Genova ha perso quattro figli, quattro bravissimi ragazzi che come tutti i coetanei stavano costruendo il loro futuro”. Poi si è soffermato singolarmente sulle quattro vittime accolte all’uscita dalla chiesa dalla note di “Knockin’ On Heaven’s Door” di Dave Mekon.
GIOVANNI BATTILORO, 29 ANNI- “Il suo sorriso, la sua disponibilità, la sua professionalità lo aveva reso amato e rispettato anche oltre i confini cittadini. Giovanni Battiloro, per tutti gli amici semplicemente “Zamorano”. Era a poche settimane dal sogno di una vita, quello di diventare giornalista professionista. Aveva lavorato duro in un ambiente difficile e senza scrupoli. Ma lui era diverso, era gentile e rispettoso. Era rientrato da pochi giorni da Dimaro dopo aver seguito il ritiro del Napoli e il giorno prima di partire aveva lavorato per la diretta di un concerto in piazza Plebiscito a Napoli. Amava la sua, nostra terra, difendendola in ogni modo”.
MATTEO BERTONATI, 26 ANNI- “Le auto, le moto. I motori e la sua inseparabile chitarra hanno caratterizzato la vita di Matteo Bertonati. Poco tempo fa era già stato duramente provato dalla vita con la perdita del papà. Era riuscito a trovare nella musica la sua valvola di sfogo e di serenità. Era solito deliziare le orecchie degli amici. Tutti lo definivano un sognatore ma lui aveva i piedi ben piantati per terra. Aveva aperto con il fratello Salvatore un bed and breakfast a Portici. Un destino crudele lo ha strappato alla vita proprio nel giorno in cui aveva trovato l’amore e si era scambiato il primo bacio con la sua fidanzata”.
GERARDO ESPOSITO, 26 ANNI- “Come tanti figli di questa città aveva scelto di entrare a far par della gloriosa marineria italiana e con orgoglio solcava i mari distinguendosi per impegno e professionalità. Per l’anagrafe Gerardo ma per tutti gli amici e per l’intero quartiere di Cappella Bianchini era semplicemente “Gerry”. E anche noi oggi vogliamo chiamarlo così. Il grande “Gerry” che sin da piccolo, per non gravare sulle spalle di mamma e papà, si dava da fare in mille mestieri senza mai perdersi di coraggio o avvilirsi”.
ANTONIO STANZIONE, 29 ANNI – “Invece era di casa in questa Basilica. Devotissimo dell’Immacolata, era uno degli storici portatori del carro, non mancava mai alla processioni. Grazie alla sua passione per la musica era riuscito a trasformare un hobby in un vero lavoro. Era un promettente dj capace di accendere la movida e animare le serate ovunque lo chiamassero a suonare. Quando c’era lui il divertimento era assicurato. Una ragazzo solare con una incredibile energia”
“La nostra comunità – conclude – ha perso quattro ragazzi, quattro protagonisti di un futuro che gli è stato strappato da un ponte crollato. Non spetta a noi stabilire le responsabilità del crollo, lo farà la magistratura. Ma è doveroso per noi tutti piangere i nostri ragazzi e stare accanto alle loro famiglie. Da padre e da sindaco mi impegno insieme a tutta l’amministrazione comunale a trasformare l’enorme dolore che stiamo provando in atti concreti per garantire che simili tragedie non si ripetano. E’ un impegno che resterà indelebile anche quando tra qualche giorno si spegneranno i riflettori e i media passeranno a seguire altre notizie per la dura legge della vita. Noi invece continueremo a lavorare nel silenzio dell’operosità mettendoci il cuore”.
LA DIRETTA ALL’ESTERNO DELLA CHIESA: L’USCITA DELLE SALME
