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La Dia arresta due medici della “Napoli bene”: riciclavano soldi dei Lo Russo

Avevano affittato alcuni ristoranti sul lungomare di Napoli per conto dei fratelli Iorio, imprenditori legati al clan Lo Russo, per i quali avrebbero gestito la loro attività quando questi finirono agli arresti domiciliari e i locali erano sotto sequestro. E’ questa l’accusa che grava sui due fratelli medici, in servizio presso due cliniche di Chiaia e del Vomero, arrestati in un blitz della Dia questa notte a seguito di un’indagine condotta da Giuseppe Linares.

Questa notte oltre i due medici, Antonio e Luigi D’Ari, rispettivamente chirurgo estetico e anestesista, sono stati arrestati anche Domenico Mollica, il cognato dell’ex capoclan Carlo Lo Russo e Mariano Torre, già membro del gruppo di fuoco del clan e oggi collaboratore di giustizia. Agli arresti domiciliari, invece, è finita la moglie di Mollica e sorella del boss Carlo. L’inchiesta è partita da quella riguardante alcuni ristoranti su lungomare di Napoli, gestiti dai fratelli Iorio che avevano relazioni con il clan Lo Russo. I due fratelli accettarono l’offerta del gruppo di imprenditori acquisendo i ristoranti sotto sequestro e gestendone per loro le attività.

I due professionisti, però, divennero subito vittime di estorsione da parte del clan Lo Russo, con il quale i fratelli Iorio avevano affari. Reato per il quale sono stati arrestati Domenico Mollica e Mariano Torre. Così cominciarono a operare affari e investimenti con esponenti del gruppo criminale. I due fratelli sono gravemente indiziati per il riciclo di somme di denaro provenienti da attività illecite del clan, con  Mollica e Mariano. Inoltre, i due professionisti sono indiziati di favoreggiamento nei confronti dei titolari delle attività di ristorazione, che sono attualmente detenuti e sotto processo, per aver sottoscritto con l’amministrazione giudiziaria, nel 2013-2014 contratti di affitto di varie attività che in quel periodo erano sotto sequestro, assicurando in questo modo agli imprenditori il profitto economico.

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