Sono passati tre anni da quel fatidico giorno in cui persero la vita Livia Barbato e Aniello Miranda. Il colpevole del dulplcie omicidio è Aniello Mormile, fidanzato della vittima che in quella mattina del 25 luglio 2015 fece un’inversione a U in Tangenziale per poi proseguire contromano provocando dunque il drammatico incidente. I consulenti nominati dai giudici della terza Corte di Appello domani dovranno valutatre la posizione di Mormile nel processo di Appello che lo vede imputato e condannato in primo grado a 20 anni di reclusione ocn l’accusa di omicidio volontario per la morte della ragazza e del 48enne di Tore del Greco che si stava recando a lavoro.
Il processo di secondo grado, voluto dalla difesa di Mormile per sostenre la tesi dell’omicidio colposo, ha reso necessaria una nuova perizia che possa chiarire due punti: lo stato di amesia di Mormille subito dopo l’incidnete e lo stato di ubriachezza in cui si trovava il ragazzo nel momento in cui commetteva i fatti. Nella perizia si legge: “Non vi è dubbio che all’atto dell’incidente il tasso alcolemico fosse di 2,15 g/l e quindi in un ambito che era il frastornamento e lo stato confusionel per cui è possibile giusitficare che non tutto quanto vissuto potesse essere ricordato da Mormile“.
Il vuoto di memoria di Aniello dopo l’incidente potrebbe dunque essere dovuto allo choc per quanto accaduto combinato all’intossicazione da alcol, ma c’è elemento fondamentale che riguarda i momenti precedenti la tragedia. Quando Mormile e la fidanzata si avvicinavo alla macchina per tornare a casa i loro passi, ripresi dalle telecamere esterne al locale, apparivano regolari. Come riporta il Mattino: “Si può ipotizzare che Mormile una volta ocmpreso l’errore abbia deciso di trovar euna soluzione per immettersi nella giusta carregiata e irragionevolmente realizzò la scelta di percorrere la strada contromano“. I familiari delle vittime in questo processo si sono costituiti parte civile.
