Erano 8 gli arrestati per l'aggressione nei confronti di un agente. Tra loro anche la figlia di "Zia Rosaria", capo clan di camorra
Una banda di otto giovani criminali che secondo gli inquirenti agivano sistematicamente sul lungomare di Napoli. Rapine fatte all’altezza degli chalet di Mergellina, approfittando del traffico che spesso colpisce quel punto della città.
Otto ragazzi e tra loro una donna, Monica Pagano 29enne figlia di Rosaria Pagano, ora detenuta ed ex reggente dell’omonimo clan degli Spagnoli quel sodalizio che ha scatenato la scissione e la violenta faida contro l’organizzazione camorristica dei Di Lauro.
Era lo scorso novembre quando i membri della gang sono stati arrestati con le accuse di rapina, lesioni gravi e minacce nei confronti di un appartenente alla polizia di stato. In carcere sono finiti Maurizio Pomo, 44 anni, e Donato Belardo, 22 anni, mentre ai domiciliari altre sei persone tra cui proprio Monica Amato.
Ma nella tarda serata di ieri la doccia fredda. Infatti, il Tribunale del riesame ha deciso di scarcerare il 22enne Belardo ora ai domiciliari con l’accusa di detenzione di arma e lesioni gravissime. Invece, proprio per la giovane Pagano (che avrebbe incitato il suo ragazzo a perpetrare la violenza sul poliziotto. Addirittura avrebbe pronunciato la frase “Uccidi la guardia”), il giudice ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Scarcerati infatti anche Pomo e la moglie Concetta Madonna.
Sui social i protagonisti e i loro conoscenti non hanno esitato a festeggiare l’evento. I post che sono stati pubblicati hanno inneggiato alla libertà, alla superiorità rispetto allo Stato ed hanno accolto con gioia la notizia delle scarcerazioni. La vicenda al centro della cronaca è avvenuta lo scorso 26 giugno, quando un poliziotto libero dal servizio e in auto insieme alla moglie e ai due figlioletti è stato accerchiato dal gruppo di balordi a bordo di alcuni scooter. Un motorino, messosi di traverso al centro della carreggiata, ha obbligato l’uomo a fermare la marcia dando così il via libera al complice di entrare in azione aprendo la portiera dell’auto, lato guidatore, e minacciando (facendo capire di essere in possesso di una pistola) l’uomo alla guida.
L’agente, nonostante si fosse qualificato come poliziotto, è stato aggredito e picchiato davanti alla sua famiglia. Mentre avveniva l’aggressione quelli che non vi hanno partecipato (tra cui le due donne), avrebbero incitato i ragazzi a pestare con violenza la loro vittima. Dopo aver colpito anche la moglie del poliziotto, i criminali gli hanno portato via l’orologio, mentre l’agente per allontanarli ha esploso 4 colpi d’arma da fuoco.

