Nino D’Angelo, icona della musica napoletana e figura simbolo della tradizione melodica italiana, torna al centro delle cronache, ma questa volta non per un successo discografico o una nuova tournée. L’artista ha recentemente denunciato una truffa digitale che lo ha visto protagonista involontario. Un video deepfake, realizzato con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, lo ritrae in atteggiamenti ammiccanti mentre invita gli utenti a incontrarlo, creando confusione tra i suoi fan.
“Non sono io, è un video falso creato con l’intelligenza artificiale. Si tratta di una truffa”, ha dichiarato con fermezza D’Angelo, mettendo in guardia il pubblico dai rischi legati alla manipolazione digitale delle immagini. Dopo aver diffuso l’avvertimento attraverso i suoi canali social, il cantante ha formalizzato una denuncia presso le autorità competenti.
Questa vicenda ha riportato alla ribalta una figura amata dal grande pubblico, protagonista anche del Festival di Sanremo, dove ha lasciato un segno indelebile con la sua musica intrisa di sentimento e passione.
Nino D’Angelo ha partecipato diverse volte al Festival della Canzone Italiana, portando sul palco dell’Ariston la sua voce autentica e il cuore pulsante della cultura napoletana. Tra le esibizioni più memorabili, quella del 1999 con il brano Senza giacca e cravatta, un manifesto della sua evoluzione artistica che segnava il distacco dall’immagine tradizionale per abbracciare sonorità più mature e testi profondi.
D’Angelo, con la sua denuncia, lancia un messaggio chiaro: l’arte e la musica devono rimanere un territorio autentico, libero da inganni e frodi. E mentre continua a essere una voce simbolo della tradizione musicale italiana, dimostra ancora una volta di essere non solo un artista, ma anche un uomo che non ha paura di combattere per ciò che ritiene giusto.
Il caso di Nino D’Angelo si inserisce in un contesto più ampio di preoccupazione per l’uso improprio dell’intelligenza artificiale nel mondo dello spettacolo. Sempre più spesso, artisti e personaggi pubblici si trovano vittime di manipolazioni digitali che rischiano di danneggiare la loro reputazione.
La vicenda della truffa digitale, dunque, non è solo un episodio da superare, ma diventa un’occasione per riflettere su come proteggere l’integrità dell’arte e il rapporto di fiducia tra artisti e pubblico. E su questo Nino D’Angelo ha già dimostrato di essere un esempio da seguire.