Giulia Tramontano è stata uccisa con 37 coltellate dal compagno Alessandro Impagnatiello, mentre era incinta di 7 mesi. Da quello che è emerso però il ragazzo si è accanito su di lei infatti alla nona coltellata la ragazza era morta. Per lui si aggiunge quindi l’aggravante della crudeltà.
Il barman trentenne – secondo la pm Alessia Menegazzo – «sorprendeva la compagna da tergo colpendola al collo, al dorso e al viso con 37 coltellate, di cui almeno 9 sferrate quando al vittima era ancora viva, cagionandone per l’effetto li decesso avvenuto per “acuta anemia metamorragica da lesioni vascolari cervico-toraciche”». Il passaggio è contenuto nel decreto con il quale la giudice Angela Minerva ha disposto il giudizio immediato per Impagnatiello mandandolo a processo davanti alla Corte di assise di Milano. La prima l’udienza è prevista il 18 gennaio 2024. Non solo la crudeltà ma anche le aggravanti del vincolo della convivenza, dei futili motivi e della premeditazione.
Da ulteriori analisi è infatti emerso che il ragazzo aveva scelto ben 202 ricerche per sapere come il veleno dei topi agisse sull’uomo e da mesi faceva ingerire a Giulia del topicida. Probabilmente il ragazzo rischia l’ergastolo. Nel frattempo, le avvocate Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, legali del trentenne, sono al lavoro per costruire una richiesta di perizia psichiatrica da far svolgere nel corso del dibattimento. «Non parliamo ora di giustizia riparativa, però, deve ancora iniziare il processo», ha spiegato all’Ansa la penalista Geradini.