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Napoli, stop al reddito di cittadinanza con un SMS: rivolta dei cittadini

E’ arrivata la data dello stop all’erogazione del Reddito di Cittadinanza e in molti hanno ricevuto il messaggio che segnalava la fine dell’erogazione. A Napoli sono state segnalate diverse proteste avvenute davanti alle sedi Inps della città.

Come riporta il Mattino, ci sono state tensioni anche presso le sedi delle municipalità, ad esempio a Scampia. In pratica moltissime famiglie, secondo la legge approvata dal governo Meloni, da agosto non percepiranno più il reddito. Sono i nuclei familiari che sono ritenuti occupabili. Per questi nuclei – ricorda il Comune di Napoli in una nota – il reddito di cittadinanza sarà sostituito a settembre con la nuova misura di supporto alla formazione e al lavoro da 350 euro mensili.

“A questo proposito occorre fare chiarezza – afferma l’assessore comunale al welfare Luca Trapanese – perché in queste ore negli uffici dei nostri servizi sociali in tutte le Municipalità centinaia di persone stanno chiedendo di essere prese in carico. Il messaggio è questo: ‘Domanda di reddito di cittadinanza sospesa come previsto dall’articolo 48 del decreto legge 20/23 in attesa eventuale presa in carico dei servizi sociali’. Chiariamo bene questa situazione: è inutile recarsi ai Servizi sociali. Chi ha perso il reddito di cittadinanza ed è ritenuto occupabile, cioè ha tra i 18 e i 59 anni di età, non ha persone disabili a carico e non ha minori a carico, potrà ricevere 350 euro al mese come supporto alla formazione al lavoro attraverso gli sportelli dei Centri per l’Impiego e l’Inps. Ricevono ancora il reddito di cittadinanza fino a dicembre le persone che hanno a carico dei minori, che sono ultrasessantenni e che hanno nel nucleo familiare delle persone disabili. Queste persone dal primo gennaio 2024 riceveranno un contributo non inferiore a 480 euro, sempre su segnalazione del Centro per l’Impiego attraverso una piattaforma che metterà in collegamento Centri per l’Impiego e Servizi sociali”.

“Chiedo – conclude Trapanese – di non recarsi per questo motivo alle sedi dei nostri Servizi sociali. Le assistenti sociali sono dalla parte dei cittadini, ma in questo caso non possono fare nulla perché la presa in carico dei cittadini avviene attraverso una piattaforma che viene gestita prima dai Centri per l’Impiego e poi arriva ai servizi sociali. Le persone abili al lavoro verranno contattate dai Centri per l’Impiego e o recarsi presso le sedi dei Centri per l’Impiego, ma non presso i Servizi sociali”.