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A Chiaia una casa privata come una camera d’albergo

di Pasquale De Luca

Chi dice che l’eleganza dello stile neoclassico e l’essenzialità delle forme contemporanee non sono sovrapponibili si dovrà ricredere. Ci troviamo nel core del quartiere Chiaia, quello che per molti è considerato come il salotto buono della città di Napoli; qui in uno storico palazzo cinquecentesco dove ancora è visibile l’antica lapide “strada di Chiaja”, si trova l’appartamento di Lele, un elegante Loft di appena 45 metri quadrati in mura di di tufo e piperno, che offre una veduta “da cento punti” sulla rinomatissima via Chiaia.

Il progetto di recupero, curato direttamente dal proprietario, ha avuto come obiettivo unico quello di far risorgere il passato della struttura adeguandola al presente rispettando l’utilizzo di soli materiali originali dell’epoca. L’intenzione – dichiara il proprietario – è stata quella di conferire all’appartamento l’aspetto di in una elegante camera d’albergo tra le mure domestiche. L’impresa sì è dimostrata fin da subito complessa visto i ridotti spazi interni, frutto di un vecchio frazionamento e l’esigenza di creare degli ambienti funzionali mantenendo le forme prospere e certamente poco minimali di una struttura storica cercando di non renderle storpie.

Si è pensato di dividere il contesto in due macro spazi secondo una proporzione a 2/3 eliminando il vecchio disimpegno d’ingresso e creando due ambienti principali il primo, più grande, è stato destinato a living e spazio di convivialità mentre il secondo ospita la camera da letto e una piccola cabina armadio. Per recuperare ulteriore spazio si è provveduto a creare l’accesso dei restanti spazi direttamente dall’ambiente living, mentre il blocco cucina, a vista, comodo e ben accessoriato è stato realizzato su misura in un angolo discreto dell’area living. Gli interventi più interessanti sono avvenuti però alle superfici orizzontali e verticali.

Evidente è il recupero del soffitto dove la struttura portante del solaio sovrastante, realizzata con maestose travi di castagno e paconcelle è stata interamente messa a nudo e opportunamente restaurata e trattatata con primer ed antitarlo; lasciato lì inflitto tra le travi come testimone del tempo che fu, un antico gancio in ferro forgiato ad uncino che serviva per sostenere un grande lampadario di sala. Sulle pareti sono state invece recuperate le storiche modanature in legno tinto che formano degli ampi riquadri all’interno dei quali sono state installate delle lampade sopra quadro che danno all’osservatore l’idea di una galleria d’arte.

Di grande impatto il candido pavimento dal colore bianco assoluto in marmo acqua bianca che conferisce all’ambiente una sensazione di asetticità ed un allargamento visivo dello spazio, grazie anche ai grandi specchi installati di fronte ai vani di passaggio che creano l’effetto ottico delle stanze in successione una nell’altra, mentre per le pareti si è pensato di utilizzare il bianco di fondo con inserimenti color tortora che mettono egregiamente in risalto le modanature in ottone delle cornici e degli elementi d’illuminazione.

Al fine di mantenere fede all’utilizzo dei materiali dell’epoca senza rinunziare al confort i serramenti sono stati realizzati in legno massello di acacia con grandi invetriate a doppia lastra che riescono a mantenere alto il confort acustico e climatico. Al centro della sala primeggia un grande tavolo in legno bianco da otto posti è accessoriato con sedie coordinate di Calligaris interamente tappezzate con stoffa di alcantara mentre; accorsata alla parete troviamo l’ “acquaiola” un antica statua in calce raffigurante una sinuosa donna dell’800 intenta a portare a spalla un grande orcio. L’interazione perfetta tra gli arredi antichi e quelli contemporanei conferiscono alle forme del contesto il giusto equilibrio visivo.