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Basta con Gomorra, Mare Fuori.  E se le serie televisive da ascolti record e vendute in tutto il mondo la smettessero di veicolare sempre lo stesso messaggio: Napoli violenta

di Kamalei von Meister

Basta con baby gang e ferocia, siamo campioni d’Italia, dimostriamolo non solo tirando calci a un pallone. “E se facessimo invece una serie televisiva sull’arte dell’ artigianalità?. Non sarebbe molto piu’ educativa per i nostri ragazzi?”, lancia il sasso nello stagno Giuseppe Uccello, un artigiano sartoriale vecchio stile. Un fuoriclasse. Se si dovesse fare una mise en scene avrei già il titolo pronto “Buon sarto non mente”. Attraversando un cortile di via Monte di Dio 9, facciata monumentale già Patrimonio Unesco, ci chiediamo come mai non ci finisca anche la sua sapienza artigianale, come bene immateriale.

Il suo atelier, soffitto a volta e travi di legno, sembra uscito da una commedia di Eduardo De Filippo, mentre ti parla ti fa un affresco di quartiere che non c’è bisogno di ricordarlo è il piu’ antico, il piu’ aristocratico di Napoli. Il suo vicino di portone è il magnifico Palazzo Serra di Cassano dal quale parti’ la Rivoluzione napoletana del 1799. Giuseppe, ovviamente, è un figlio d’arte, donna Giuseppina la conoscono tutti e il piccolo Giuseppe dopo la scuola già a 9 anni si metteva a imbastire punti con storie di fantasie nella sua sartoria dove vestire le gran dame da Prima al Teatro San Carlo.

Giuseppe giovanissimo ha lavorato da Rubinacci, un monumento della sartorialità, oggi a 44 anni Maurizio Marinella gli manda i suoi clienti piu’ raffinati. Altri clienti gli arrivano dalla Svizzera e dalla Germania. Altrimenti Giuseppe una volta al mese vola a Milano per prendere lui personalmente le misure ai clienti piu’ speciali. Nel suo laboratorio non c’è traccia di macchina da cucire, lui fa tutto a mano, carta modelli, taglia e cuce. Per le sue giacche dal taglio a aplómb in lino di canapa, azzurro Napoli, ha la fila.

Siccome lui è padre e madre di una nidiata di tre bambini dai 7 ai 3 anni il resto del lavoro lo porta a casa a dargli una mano mamma Giuseppina e le tre sorelle, Cristina, Anna e Brunella. La forza del clan. Ai grandi nomi dell’Alta Sartoria napoletana, Mariano Rubinacci, Kiton, Isaia, da un po’ si è aggiunto anche Giuseppe Uccello.