Festeggiare sì, ma con rispetto dei monumenti. Aumentare i controlli prima di ritrovarci la statua di Ferdinando al Plebiscito con la casacca azzurra
di Edoardo De Luca
Fervono i preparativi per i festeggiamenti di uno scudetto ormai alle porte. Gli animi sono alle stelle come lo è l’orgoglio di una parte della Città che identifica nel calcio l’unica forma di riscatto.
Nessun quartiere vuole sfigurare, e così ogni angolo urbano si tinge d’azzurro; questo è anche il nodo cruciale della questione. Festeggiare è giusto, caroselli e striscioni sono sacrosanti ma è necessario non farsi prendere la mano, come sta succedendo in questi ultimi giorni con monumenti e arredi urbani impropriamente vandalizzati; ultimo episodio proprio oggi in piazza Carolina dove a pochi metri dalla Prefettura si è registrato l’ultimo episodio di depauperamento urbano.
Questa volta la colpa non è dei soliti pseudo politicanti in rivolta che esprimono i propri dissensi ideologici con spray e fumogeni ma di ignoti tifosi un po’ troppo sopra le righe che allo scopo di “festeggiare” il tanto agognato scudetto hanno “pensato bene” di colorare di bianco ed azzurro, direi anche con sapiente gioco di prospettiva, la grande scale in pietra lavica ricostruita appena nel 2010 con uno stanziamento di oltre 40mila euro per favorire il collegamento tra Monte di Dio e piazza del Plebiscito.
La comunità locale come solito si è spaccata; i giustizialisti condannano questo gesto di anarchica inciviltà minacciando provvedimenti a differenza dei buonisti che lo ritengono un innocuo atto di giuliva espressività. Sarebbe opportuno implementare i controlli affinché il patrimonio storico e archeologico venga tutelato. Se all’epoca fosse esistito il calcio, certamente anche Re Ferdinando avrebbe tifato Napoli, ma sarebbe certamente sconcertante trovarcelo una di queste mattina in groppa al proprio bronzeo destriero in piazza Plebiscito con indosso la casacca azzurra e la mascherina di Osimhen.