Reddito di cittadinanza e annunci di lavoro decisamente bizzarri: ormai trovare un’occupazione è davvero complicato, se non impossibile. Questa volta ci siamo imbattuti in un annuncio di lavoro sessista. “Cercasi personale addetto alla vendita”, è il cartello esposto da un noto negozio di giocattoli di Napoli. A leggere le caratteristiche richieste però sorge più di un dubbio. L’annuncio è assolutamente un modo per escludere una parte della popolazione dal mondo del lavoro, potremmo meglio dire escludere un genere. E chi secondo voi? Ma ovviamente le donne!
Cercasi personale di sesso maschile, massimo 30 anni, e poi tutte le richieste sul titolo di studio, la padronanza dell’inglese e l’esperienza. Un annuncio sessista che esclude di fatto le donne, almeno all’apparenza. E perchè mai? Il lavoro di addetto alla vendita richiede uno sforzo fisico tale da richiedere una figura maschile? Chiaramente no. Il motivo allora? Così a intuito verrebbe da pensare a una sola cosa: “Le donne fanno figli”. Ebbene sì, le donne procreano, mettono al mondo gli esseri umani, tutti gli esseri umani, compreso l’autore del cartello (dell’annuncio di lavoro insomma). Essere una donna quindi è una colpa? Fare figli è un motivo per non assumere? Per qualcuno sì, e dovrebbe farsi due domande sulla vita a questo punto.
Ovviamente queste sono supposizioni, lasciamo ai posteri l’ardua sentenza di capire il vero motivo di questa richiesta. Le premesse, le caratteristiche richieste, sembrano già parlare da sé. Oltre alla ricerca di un addetto alla vendita di sesso maschile infatti si cerca anche una persona che abbia massimo 30 anni, ma con esperienza e titoli di studio. Insomma qualcuno che a 25 anni abbia già studiato, lavorato, fatto esperienza e, assolutamente, non disposto a procreare!