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Ecce Alessia Siniscalchi che propone negli scavi archeologici di Cuma una suggestiva Sibilla in chiave contemporanea

Finalmente Sibyl Session nel luogo che le spetta di diritto. E’ nell’anfratto carico di miti e di simboli che la regista e performer Alessia Siniscalchi l’ha concepita. “Poscere fata tempus, poscere fata tempus”. È l’esortazione, quasi un imperativo, che caratterizza il Libro VI dell’Eneide di Virgilio, sapientemente riproposto in chiave moderna dalla bravissima regista, in Sibyl Session, uno spettacolo ambientato negli scavi archeologici di Cuma, l’antica Kimè, che ha visto la partecipazione di un foltissimo pubblico.

“Lo spettatore rivive le stesse suggestioni del troiano Enea che, giunto in prossimità di Cuma, chiede di conoscere il proprio destino alla Sibilla Cumana. E sembra davvero di vederlo, l’eroe dardano sfuggito all’ incendio di Troia che dopo tante peripezie, deposte le armi sulla spiaggia che oggi porta il nome del suo trombettiere, Miseno, viene condotto innanzi alla sacerdotessa di Apollo”, commenta Giovanni Tommaso Rovati, scrittore di un pamphetino “Lavaci con il sole” destinato a diventare un longseller.

Il percorso è davvero suggestivo, atmosfera di forte impatto emotivo, resa tale grazie a giochi di luci e ombre, tra fuochi e riti di iniziazione accompagnati da ritmi tribali, suoni ancestrali, onomatopeici ed evocativi, frutto di una sapiente coreografia. Ecce deus, ecco il dio che si rivela attraverso la sua interprete, la Sibilla Cumana, condannata da un sortilegio a non poter mai morire: “Vedo guerre, orribili guerre, il Tevere spumeggiante di molto sangue…”. È ciò che essa rivela al condottiero Enea.

E poi ancora: “È pien di sangue il Dnepr, l’Ural, il Danubio, il Tamigi…”. È un vaticinio drammaticamente attuale, quello riproposto da Alessia Siniscalchi, che scuote lo spettatore fin dentro le viscere, cosi come a suo tempo fu per Enea. “Poscere fata tempus, poscere fata tempus”: è ora di conoscere il proprio destino. Ad applaudire papà Vincenzo e mamma Marinella Siniscalchi, giganti del Foro giuridico. Anche Alessia avrebbe dovuto fare l’avvocato, ha preferito altro genere di proscenio. Grazie Alessia di aver lavato la mete con un po’ di mitologia.

Pagina Facebook Januaria Piromallo