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Capri: Alessandro Preziosi incoronato “imperatore” della scena con Le Idi di Marzo

Il Festival Il Canto delle Sirene. Una rilettura di Shakespeare, un omaggio alla regina Elisabeth. Imperdibile appuntamento domani sera, il 13 settembre “Uomo e Galantuomo” di Eduardo De Filippo interpretato da Geppy Gleijeses con la partecipazione di Ernesto Mahieux nel chiostro della Certosa. Ma sopratutto al fianco di Geppy reciterà a anche il figlio Lorenzo, a confronto due generazioni di mattatori della scena. Preceduto da un concerto nella Grotta Azzurra con parterre distribuito sulle barchette a remi dei barcaioli.

Ave Alessandro che preziosamente mette in scena il più tragico patricidio della storia antica. Alessandro non recita Cesare, lui è Cesare e lo fa con una tale intensità evocando l’ora più buia che precede la Grande Congiura. Ma Alessandro si sdoppia e diventa Marcantonio, e poi ancora Cassio e infine Bruto, tutti frammenti dei personaggi del recital che ripercorre la drammatica vicenda del “Le Idi di Marzo” raccontate da Shakespeare nel “Giulio Cesare” partendo proprio dal punto di vista dei quattro protagonisti. Il racconto prende le mosse dalla celebre orazione funebre di Antonio, dove cospiratori e fedeli a Cesare, sono innanzitutto politici che agiscono in conseguenza o in nome del Potere. Sono anime guidate dall’Ambizione.

“Chi era Giulio Cesare? Cosa ha rappresentato nella Storia non solo di Roma? La nuova generazione è senza memoria. Spero con questo recital di avvicinarli alla figura del Grande Condottiero. Anche per me è un continuo processo di conoscenza senza fondo”, spiega l’attore.
L’occasione è il Festival internazionale di Capri ( Il Canto delle Sirene, e già il nome è magicamente evocativo ), ideato e diretto dal drammaturgo e attore Geppy Gleijeses per il secondo anno. Preziosi rilegge uno Shakespeare rielaborato da Tommaso Mattei con musiche elettronic live di Giacomo Vezzani. La coreografia della performance è quel palcoscenico magico (e qui la parola non è abusata ) trasformando la Terrazza della Canzone del Mare in un Forum, all’ombra dei Faraglioni con una luna piena e argentata che faceva capolino.

“L’uomo al comando muore una volta sola- aleggia Preziosi -Piuttosto che vivere nella paura va incontro alla morte. Con lo stesso coraggio con il quale aveva vissuto”.
Non c’è bisogno di spoilerare il colpo di scena finale quando Marco Antonio tira fuori il testamento di Cesare in cui nomina suoi eredi tutti i cittadini di Roma. Cesare da morto compie l’impossibile, il favore del popolo era già dalla sua parte, ma ora lo rende anche “giudice” dei traditori.
Parterre da Grande Prima. Sorride commossa mamma Cristina, leonessa del Foro di Avellino, che da tradizione di famiglia lo voleva avvocato. Alessandro si è laureato, ma non hai mai indossato la toga. Gli calza a pennello quella di Cesare.

pagina Facebook Januaria Piromallo