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Ucciso con una coltellata davanti a moglie e figlie, il presunto killer: “Mi sono difeso”

Alessandro Patelli risponde al Pm. Il presunto killer di Tayari Marouan ha dichiarato agli inquirenti di essere stato minacciato con una bottiglia

Ha raccontato di essersi difeso da Tayari Marouan dopo che quest’ultimo lo avrebbe insultato per aver urtato la figlia dodicenne, Alessandro Patelli, il giovane accusato di aver accoltellato e ucciso, ieri a Bergamo, il trentaquattrenne tunisino davanti alla famiglia di quest’ultimo.

Nell’interrogatorio davanti al pm, durato tutta la notte, Patelli ha detto che era stato minacciato con una bottiglia rotta. Alessandro Patelli, incensurato, assistito dall’avvocato Enrico Pelillo, ha risposto a parte delle domande del pm Paolo Mandurino, fino poi a decidere di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Alessandro Patelli risponde al Pm

In sostanza ha raccontato di essersi difeso da Tayari dopo che quest’ultimo lo avrebbe insultato per aver urtato la figlia dodicenne. La famiglia della vittima, stando al racconto del fermato, si era seduta sui gradini fuori casa sua: Tayari, la moglie italiana e le due figlie, la più grande di 12 anni e la più piccola, nel passeggino.

A quel punto Patelli sarebbe stato minacciato con una bottiglia rotta e avrebbe quindi ferito mortalmente il tunisino, regolare in Italia da tempo, con il coltello a serramanico che aveva già con sè. Sarebbe rientrato si a casa dopo la prima discussione, ma per recuperare il casco che aveva dimenticato.

Tutti elementi che gli inquirenti stanno cercando di ricostruire e verificare. Nelle prossime ore si terrà l’interrogatorio di convalida del giovane, che è in carcere a Bergamo.

Alessandro Patelli risponde al Pm