Assurde le motivazioni sulla sentenza dell’omicidio del piccolo Gabriel Feroleto, il bambino di due anni e mezzo assassinato dalla madre a Piedimonte San Germano, comune in provincia di Frosinone, lo scorso 17 aprile 2019.
Donatella Di Bona ha ucciso il figlioletto di soli 27 mesi soffocandolo. Il motivo? “Covava nei suoi confronti un risentimento e non ha mostrato pentimento nelle ore successive all’omicidio”. Il Gip del tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, ha così condannato la donna all’ergastolo nel carcere femminile di Rebibbia, dove attualmente si trova. Medesima pena per il padre del bambino, Nicola Feroleto. Il 48enne di Villa Santa Lucia si trova nel carcere di Frosinone da 2 anni e mezzo. Per lui il 19 ottobre avrà inizio il processo in Corte d’Appello a Roma.
Omicidio Gabriel Feroleto: la ricostruzione
Il piccolo Gabriel Feroleto è stato massacrato un mercoledì di fine aprile di 2 anni fa. Il padre aveva un’altra famiglia, ma viveva da tempo una relazione con Donatella Di Bona. I due stavano consumando un rapporto sessuale in auto quando il piccolo ha iniziato a fare i capricci. Il bambino piangeva e chiedeva di tornare a casa così la madre che lo ha afferrato e portato fuori dalla macchina e per sette, lunghissimi minuti, sotto gli occhi del compagno che non ha mosso un dito, lo avrebbe soffocato, con la mano sulla bocca e sul naso. Gabriel ha tentato di ribellarsi e poi ha perso i sensi così il padre, secondo quanto ricostruito durante il processo, lo avrebbe lanciato tra i rovi.
Il racconto della mamma di Gabriel Feroleto
Senza versare una sola lacrima, il 9 ottobre 2020 nell’aula di Corte d’Assise del tribunale di Cassino la donna aveva ricostruito con precisione l’omicidio del figlioletto, come riporta Frosinone Today: “L’ho afferrato perché piangeva e voleva tornare dalla nonna, l’ho afferrato per le braccia e siamo scesi dalla macchina. Poi gli ho messo le mani sul viso e lui mi graffiava per respirare. Puntava i piedini per liberarsi. Poi gli ho stretto un calzino attorno al collo. Poi quando non si muoveva più Nicola lo ha preso e l’ha buttato tra i rovi. Lui quando lo uccidevo è rimasto a guardare e poi mi ha detto che dovevo prendermi la colpa io altrimenti mi avrebbe ucciso”. “Voleva avere un rapporto sessuale ma io non potevo perché indisposta. Si è arrabbiato e quando Gabriel ha iniziato a piangere mi ha ordinato di farlo stare zitto”, raccontò la donna.

