Improvvisamente non c’era più battito”. Morten Boesen è il medico della nazionale danese che in campo ha prestato le prime cure a Christian Eriksen e gli ha salvato la vita. Il racconto di quei momenti è terribile. Ne parla a caldo, lascia che tutto tracimi e scorra via perché tenerti certe cose dentro è angosciante.
qualunque cosa a patto di riuscire a tenere Eriksen ancora al di qua. Vivo nonostante tutto. Se ne stava per andare, la sorte ha voluto che il suo cuore riprendesse a battere e riaprisse gli occhi. Gli ha praticato la manovra cardio-polmonare e lo ha stretto a sé con quel filo sottile che la sorte non ha reciso. Ma è stato terribile.
Appena Eriksen è crollato sul terreno di gioco siamo corsi in campo – ha ammesso il dottore della Danimarca in conferenza stampa -. Quando siamo arrivati era coricato su un fianco, respirava ancora e abbiamo controllato il suo polso: c’era battito, poi all’improvviso non l’abbiamo più sentito… E abbiamo cominciato a intervenire per tenerlo in vita. Per fortuna è rimasto aggrappato alla vita.
Non ero riuscito a vederlo subito da lontano – ha aggiunto il medico della selezione scandinava -. Ma dai gesti che ci sono arrivati ho capito che era accaduto qualcosa di molto grave. Abbiamo cominciato le manovre per il massaggio cardiaco. Lo abbiamo ripreso in tempo e mi ha parlato prima di essere trasferito in ospedale.
Era accanto alla barella mentre lo trasportavano d’urgenza in ospedale, cosciente abbastanza da reggere il capo con la mano e rendersi conto di essere vivo per miracolo.