Voce di Napoli | Navigazione

Il Poliziotto Shampista e Benedetto Parucchiere

Concordo con Michel Houellebecq, lo scrittore cult francese, che da questo pozzo senza fondo ne usciremo “solo un po’ peggiori”. Lo si vede dalle minuzie. Entro dal “benedetto” parrucchiere in via Chiaia, super trendy, una mega vetrata che si affaccia sulla strada, varco la soglia biondo cenere e ne esco biondo platino alla Marilyn Moonre. Shock tricologico, offro di pagare solo shampoo e balsamo.

Toni minacciosi dell’entourage: “Lei da qui non esce…”. Era l’orario di chiusura, non c’erano altri clienti. Si chiama la polizia, arriva una volante. Generalità, spiegazione. Il poliziotto, che di capelli e tinture ne capisce quanto io di pistole scacciacani, pretende di dire la sua. Impegni televisivi mi aspettano, l’indomani devo correre da un altro coiffeur ma lo stesso il poliziotto, non tenuto a conoscere la differenza fra colpo di sole di beautè e quello da solleone, mi invita a pagare metà del trattamento anche se il responsabile, alla fine tra i denti, ammette di essersi un po’ distratto a canticchiare in coro “Voglia di musica leggera, anzi leggerissima…”

Pago 20 euro (non meritati) ma il poliziotto con aria sorniona aggiunge: “Lei non ha rispettato i patti”…(Ma come si permette!) e mi invita a fare denuncia nelle sedi più competenti, tra cui quella di tutela del consumatore. Caro Questore, visto i tempi che corrono tra inciampi e sgambetti a chi ti frega meglio al suo poliziotto glielo facciamo fare un corso di messa in piega anche di parole spettinate.

pagina Facebook Januaria Piromallo