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Delitto Avellino, la mamma del fidanzato killer: “Giovanni non era solo quella notte”

Giovanni Limata ha ucciso Aldo Gioia, padre della fidanzata Elena, ma secondo la mamma avrebbe agito come un burattino, in balìa della ragazza. Sarebbe stata la figlia della vittima a decidere e pianificare quel piano che si sarebbe dovuto concludere con lo sterminio dell’intera famiglia. Il ragazzo aveva confessato ai poliziotti della Squadra Mobile di Avellino che il piano era di Elena, ma ora arriva la conferma della madre, Maria Crisci.

La ricostruzione del delitto di Avellino

Secondo la ricostruzione degli investigatori il ragazzo sarebbe entrato nell’appartamento di Avello armato di un coltello da caccia per uccidere non solo Aldo Gioia, ma tutta la famiglia. Elena avrebbe aperto la porta e si sarebbe allontanata per qualche minuto con la scusa di andar a gettare la spazzatura. Dopo le 14 coltellate però Giovanni non sarebbe stato in grado di compiere la strage, sarebbe così scappato via facendosi accompagnare da un’amica e dalla madre a casa, ignare di quanto fosse appena accaduto. Intanto il papà della fidanzata moriva subito dopo il trasporto in ospedale.

La mamma di Elena e la figlia giungono nel salone poi è confusione. Elena ai poliziotti inizialmente parla di una irruzione da parte di ladri, ma la verità era emersa ben presto. Giovanni era stato rintracciato nell’abitazione di famiglia, a Cervinara, in provincia di Avellino. Aveva confessato, e aveva indicato l’armadio dove aveva nascosto il coltello da caccia usato per l’omicidio. E aveva detto che a pianificare tutto era stata la giovanissima fidanzata. Il motivo sarebbe stato l’opposizione, da parte della famiglia di lei, alla loro relazione.

Intervistata dal quotidiano Il Mattino, Maria Crisci ha spiegato che il figlio ha vissuto momenti difficili in passato, ha anche tentato il suicidio dopo una delusione d’amore, ma che ha “sempre reagito trovando la famiglia dalla sua parte a sostenerlo”. Giovanni, ha ricostruito, quel pomeriggio era andato ad Avellino con l’autobus. “A tarda sera è tornato stanco, strano, accompagnato da qualcuno, ci ha detto. Poi sono arrivati i poliziotti e l’hanno preso”. Il ragazzo, però, “era convinto di non avere ucciso nessuno”. “io e mio marito stiamo soffrendo – ha concluso la donna – ma non era la nostra famiglia ad essere manchevole. Non è la nostra famiglia che non ha amore al suo interno”.