Non è ancora chiaro come si sia ustionato il neonato ricoverato al Santobono di Napoli. I carabinieri di Torre del Greco e Portici, coordinati dalla procura di Napoli, stanno indagando per capire cosa sia accaduto nell’appartamento di Portici. I genitori del piccolino, Concetto Bocchetti, 46 anni, e Alessandra Terracciano, 36 anni, sono stati entrambi arrestati, la convalida è attesa per oggi, 19 marzo: il padre è nel carcere di Poggioreale, la madre è piantonata nella Psichiatria del Loreto Mare
Nel mirino degli inquirenti, come riportato da Il Mattino, ci sono le possibili omissioni che avrebbero potuto evitare questa situazione. Nel dettaglio gli investigatori si stanno soffermando sul primo intervento dei sanitari, avvenuto martedì pomeriggio, in cui si richiedeva a mamma e figlio il ricovero. Ricovero che sarebbe però stato rifiutato dalla donna, affetta da gravi problemi mentali. Al vaglio dei carabinieri proprio l’operato dei medici del 118. Per fare chiarezza sulla modalità in cui è avvenuto questo primo intervento i carabinieri hanno sequestrato la scheda redatta dal personale dell’autoambulanza.
Bisogna capire se le ustioni sono dovute a un bagnetto troppo caldo o ad altro. Vincenzo, partorito in casa, è ora ricoverato in gravissime condizioni al Santobono con ustioni sul 18% del corpo, continua al lottare per restare aggrappato alla vita nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale pediatrico napoletano.
Secondo quanto riporta Fanpage.it, la coppia avrebbe rifiutato il ricovero per il bimbo e per la madre e l’uomo si sarebbe spacciato per medico e avrebbe detto che avrebbe chiamato un collega per un controllo. Per questo motivo l’equipaggio del 118, che era andato nella casa di via Diaz già una prima volta il giorno del parto, era andato via non dando seguito a quell’intervento. Il particolare emerge dalle indagini sulla vicenda, che resta ancora tutta da chiarire, del neonato che quattro giorni dopo è stato ricoverato e si trova tuttora in Terapia Intensiva Neonatale e ieri è stato sottoposto a una seconda operazione chirurgica. I carabinieri hanno acquisito le schede del 118, stanno indagando anche sulla dinamica dei soccorsi.
“Il 12 marzo ci ha chiamato un uomo da un cellulare, dicendo che la moglie aveva partorito in casa – racconta a Fanpage.it Salvatore Criscuolo, responsabile della centrale operativa 118 dell’Asl Napoli 3 – abbiamo inviato un’ambulanza medicalizzata. Il parto era già avvenuto, il bambino non presentava lesioni e la madre stava bene. Avevamo proposto il ricovero, avevamo anche trovato un posto in Terapia Intensiva Neonatale, ma i genitori hanno rifiutato. Sulla scheda hanno fatto scrivere che non volevano per motivi religiosi. Sembra poi che il marito si sia spacciato per medico del Policlinico e abbia detto che avrebbe pensato lui al controllo”.