Un’ altra vittima tra i medici campani. Il coronavirus non guarda in faccia a nessuno e non fa alcuna distinzione di razza, colore, fede religiosa, lavoro o estrazione sociale. Così Napoli piange un altro medico: il Dottor Raffaele De Iasio.
Quest’ultimo lavorava come responsabile sanitario del carcere di Secondigliano. Un fatto che ne dimostra in altro: di covid19 si muore anche in cella. Forte il cordoglio del mondo sanitario e tanti i messaggi d’affetto di amici e colleghi.
“In meno di un mese – ricorda con dolore a Il Mattino Gabriele Peperoni, vicepresidente nazionale del Sumai – abbiamo perso tre colleghi. La dimostrazione, qualora ve ne fosse ancora bisogno, che ci troviamo al cospetto di un nemico che non guarda in faccia a nessuno, che sta colpendo tutte le categorie mediche e sanitarie indistintamente e subdolamente. Donne e uomini che nonostante il pericolo continuano a svolgere il proprio dovere, la propria professione, la propria missione. Gli specialisti ambulatoriali del Sumai – dicono dal sindacato – onoreranno i propri caduti continuando a lavorare e operare negli ospedali, nell’università ma soprattutto nelle strutture territoriali e a domicilio dei pazienti laddove con malcelata superficialità non sempre si forniscono dispositivi di sicurezza e mezzi all’altezza dei rischi incombenti. Alle famiglie dei colleghi caduti – conclude Peperoni – va la più profonda solidarietà e vicinanza di tutti gli specialisti, di tutti i medici“.

