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Neonato morto, il ginecologo: “Avrei operato subito, mi è stato impedito”

La storia di Maria, 22enne di Pianura, e del suo bambino nato morto ha scosso profondamente tutta la comunità. Il 5 novembre scorso, secondo le prime ricostruzioni, la mamma al nono mese, sarebbe arrivata in clinica, accompagnata dai familiari, con diversi dolori.

Neonato morto, il ginecologo: “Avrei operato subito, mi è stato impedito”

Sarebbe stata subito accompagnata dal personale sanitario all’interno della clinica, mentre i parenti aspettavano all’esterno. Per la donna sarebbe stato richiesto il tampone Covid-19 prima dell’operazione per dare alla luce il figlio.

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I familiari della donna vogliono giustizia. Per i parenti proprio la lunga attesa per l’esito del tampone, senza il quale Maria non poteva essere operata, ha portato alla morte del neonato.

Il suo ginecologo Giovanni Festa, intervistato dal Mattino, ha raccontato cosa è successo in quelle drammatiche ore di giovedì. Il medico ha affermato che le condizioni della donna erano buone e che fino alle 18 era sotto controllo. Una volta arrivato l’esito negativo del tampone Covid, è stata trasportata in sala operatoria.

“Quando ho estratto il neonato – ha raccontato – mi sono reso conto che sembrava come addormentato ma questo può accadere con l’anestesia generale, perciò ho subito tagliato il cordone e l’ho affidato all’equipe dei neonatologi. Mentre proseguivo l’operazione ho chiesto come stava il bimbo e mi hanno comunicato che era privo di vita”.

La donna quando è giunta in clinica stava bene: “Anche la sintomatologia intervenuta dopo alcune ore, con febbre e vomito per cui è stato eseguito il tampone naso faringeo Covid, stava rientrando con la somministrazione di flebo – ha continuato il medico – Nonostante ciò, avevo notato un profilo coagulativo strano con i valori delle piastrine e del D-dimero anomali, quindi ho espresso il mio pensiero di operarla subito”.

Il ginecologo di Maria avrebbe dunque voluto anticipare l’operazione: “Sono un medico all’interno di un sistema sanitario dove ci sono regole e protocolli, li ho dovuti rispettare, ha detto.

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“Forse il bimbo poteva salvarsi ma, è altrettanto possibile, che le cose potessero andare ugualmente così perché non siamo a conoscenza della causa del decesso e neanche dei tempi e modi in cui è avvenuto. La mamma soffre di una cardiopatia congenita ma emodinamicamente ben compensata e l’intera gravidanza, giunta a 9 mesi, è stata portata avanti regolarmente senza alcun tipo di problema”.  Si attende intanto l’esito dell’autopsia per capire cosa sia accaduto in quella drammatica giornata.

La diretta Facebook di Pino Grazioli dalla clinica: l’intervento dei familiari e di un medico della struttura

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