Il 3 luglio scorso Giovanni Antonio De Marco, il 21enne presunto autore, da questa notte reo confesso, dell’omicidio di Daniele De Santis e Eleonora Manta, uccisi la sera del 21 settembre a Lecce in via Montello ed ex coinquilino della coppia ha condiviso un post della pagina facebook ‘Universo Psicologia’ sul concetto di vendetta e lo ha commentato. Visto a posteriori, in particolare il commento, potrebbe essere significativo di quanto il giovane universitario potrebbe aver covato all’interno della sua mente.
“La vendetta – si legge nel post – nonostante sia un’impulso comportamentale così primitivo, non rappresenta quasi mai la soluzione migliore. Questa, infatti ha dei costi psicologi notevoli per la persona che continua a rimuginare e ad alimentare risentimento ed emozioni negative. Esse, possono crocinizzare un livello di stress tale da mettere in pericolo la salute fisica e psicologica della persona. ( Stoia- Caraballo ndr)”.
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Il commento di Giovanni De Marco (evidentemente su facebook l’universitario leccese utilizzava il suo secondo nome) è: “Un piatto da servire freddo… E’ vero che la vendetta non risolve il problema ma per pochi istanti ti senti soddisfatto”. A questo aggiunge due inquietanti ‘faccine’. De Marco aveva vissuto per poco meno di un anno e fino ad agosto scorso nella casa del delitto, dove aveva affittato una stanza convivendo con il proprietario Daniele De Santis, amministratore di condominio e arbitro di calcio, alla presenza occasionale o comunque temporanea di Eleonora Manta, la fidanzata di De Santis, impiegata Inps che da qualche giorno avevano deciso di vivere insieme e stabilmente nell’appartamento.
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