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“Sono tutti sotto la mia cappella”: il delirio di onnipotenza di Montella, il carabiniere infedele

“Io principalmente parlavo con Montella, il quale mi diceva che comunque tutti gli altri carabinieri della stazione (Levante, ndr) erano ‘sotto la sua cappella’, compreso il comandante Orlando”. Parlava così il 26enne marocchino dalle cui parole è partita l’inchiesta della procura di Piacenza che vede ora indagati dieci carabinieri e che ha portato al sequestro della caserma Levante.

Le registrazioni audio delle dichiarazioni del 26enne – già in passato arrestato per spaccio e diventato nel frattempo informatore dell’appuntato Giuseppe Montella, principale indagato della vicenda – erano infatti state fatte ascoltare in procura dal maggiore dei carabinieri Rocco Papaleo, oggi comandante della Compagnia di Cremona e all’epoca alla guida del Nucleo investigativo di Piacenza, convocato in quell’occasione per un’altra indagine, e che ha così dato il via all’inchiesta.

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Già nel 2016 la proposta di Montella a collaborare in cambio di denaro o droga.

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