Si è concluso il primo weekend di riaperture a Napoli come nel resto d’Italia. Mentre le foto del lungomare partenopeo hanno fatto il giro dei social, indignando l’opinione pubblica per la lingua di traffico generatasi fino a notte inoltrata e si è creata una polemica per l’assenza di controlli, è tempo di bilancio di quanto accaduto in città.
I bar hanno potuto riaprire con la limitazione della chiusura alle 23, decisione quella di De Luca che non è piaciuta ai vari gestori dei locali, che sottolineano come imporre un orario così ridotto, aumenti solo il rischio di assembramenti. Sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine la zona della movida di Chiaia, che a differenza di altri quartieri cittadini, è stata letteralmente assediata da agenti della Polizia di Stato e della Municipale. Da giovedì sono iniziati i controlli di routine per verificare che tutte le normative anti-covid fossero state rispettate, nessuna sanzione ai gestori, dato importante perché denota come siano state attuate tutte le disposizioni previste dal Governo e non ci siano state infrazioni.
Venerdì la situazione si è inasprita ulteriormente, è bastato che Vincenzo De Luca parlasse di “consumo di droghe e alcol nelle zone della movida” per far arrivare nella zona di Chiaia canti antidroga e antisommossa e un dispiegamento delle forze dell’ordine che è a molti è parso eccessivo, soprattutto se paragonato ai controlli in altri quartieri della città, a singhiozzo se non del tutto assenti. Controlli che sono culminati in un “episodio di abuso di potere” denunciato da Chiaia Night, associazione che raccoglie alcuni baretti della zona.
La denuncia dell’associazione Chiaia Night
“Quanto accaduto nella serata di sabato è solo l’ultimo degli episodi di sopruso che in questi primi tre giorni di riapertura sono avvenuti nel quartiere di Chiaia, nello specifico nel quadrilatero dei baretti. Due locali che fanno parte dell’associazione Chiaia Night – Bisi e Bi-lateral – sono stati obbligati a chiudere alle 23 nonostante avessero il codice Ateco per la ristorazione e dunque, non fossero tenuti a rispettare limiti orari. Ciò nonostante, un rappresentante della Polizia Municipale, scattate le 23, è entrato all’interno dei citati locali imponendo di chiudere senza fornire alcuna motivazione, invitando i clienti a uscire e dicendo al personale di restituire loro i soldi. Nei due giorni precedenti le forze dell’ordine sono intervenute solo per controlli di routine in modo tale da verificare il rispetto delle normative anti-covid. A dimostrazione che suddetti locali non solo potessero restare aperti anche dopo le 23, ma era stato accertato che non fosse stata compiuta alcuna infrazione e fossero state rispettate tutte le disposizioni”, questo il racconto divulgato in una nota alla stampa dalla citata associazione.
Uno stato d’assedio che a detta dei gestori, inasprirebbe il clima, rendendo difficile lavorare. “L’orario di lavoro è già limitato – conclude Aldo Maccaroni – diteci che siete intenzionati a non farci lavorare in pace, che volete costringerci a chiudere, sarebbe sicuramente più onesto che rivolgere tutta questa attenzione delle forze dell’ordine solo in questa zona, quando altre parti della città si trasformano in una giungla a cielo aperto senza che nessuno dica niente (…)”.
Al contempo Maccaroni riconosce l’egregio lavoro dei carabinieri, che con moderazione hanno effettuato i controlli senza irrompere nelle attività con una prepotenza che non si riserva nemmeno ai peggiori criminali: “Cogliamo l’occasione per ringraziare il Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri per l’egregio lavoro svolto nelle zone di Chiaia, tra via Bisignano e piazzetta Rodinò e del Vomero in via Aniello Falcone. Un’attività di controllo effettuata con grande professionalità e per nulla invasiva, con uno spirito di collaborazione che è ciò che noi tutti ci aspettiamo per il bene di questa città”.
La volontà dei gestori di Chiaia, così come di quelli di altre zone cittadine, è poter riprendere a lavorare dopo oltre due mesi di inattività in modo normale, dal momento che c’è un’ordinanza, seppur con il limite delle 23, che lo permette. Si conclude un weekend in cui i controlli sembrano aver proteso in modo esclusivo in una singola zona, come se nel resto della città, ribadiscono i gestori di Chiaia, non ci fossero le stesse pressioni, che spingerebbero a presidiare un quartiere piuttosto che un altro.