Lo studio di Luigi Formisano e il suo staff ha permesso di trovare l'elemento che contrasta l'azione di una cura alternativa alle chemio
Uno studio finanziato anche grazie all’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) ha permesso ai ricercatori dell’Università Federico II di Napoli di individuare una proteina ‘avversaria’ di una cura innovativa per il tumore al seno.
Il team coordinato da Luigi Formisano, docente e ricercatore dell’Ateneo napoletano, ha scoperto come combattere gli effetti di questa proteina. “Abbiamo dimostrato che le donne che hanno un tumore mammario – ha dichiarato Formisano al Venerdì di Repubblica – positivo per gli estrogeni, metastatico e insensibile a una classe di farmaci altrimenti molto efficaci, chiamati inibitori di CDK4/6, esprimono anche alti livelli di una proteina chiamata recettore del fattore di crescita dei fibroblasti o FGFR“.
Il risultato dello studio è stato pubblicato su Nature Medicine. Due le conseguenze scaturite da questa ricerca: permettere di comprendere chi risponderà o meno agli inibitori CDK4/6, evitando di darli se destinati a fallire, e lascia ipotizzare una strategia con più farmaci, uno dei quali sia un inibitore di FGFR.
“Esistono anti-FGFR sperimentali e noi abbiamo già condotto i primi test sui pazienti. Ora ci apprestiamo a sperimentare una combinazione di farmaci in una quarantina di donne, per verificarne ulteriormente la sicurezza e controllare l’efficacia“, ha spiegato Formisano.