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Bimbo ucciso a Cardito: il patrigno lo prendeva in giro, lo picchiava e lo filmava: spuntano foto e video

Non solo violenze fisiche, ma anche psicologiche. Questo ha dovuto sopportare il piccolo Giuseppe Dorice, uccido di botte un anno fa dal compagno della madre Toby Essobdi. Insulti e minacce, oltre alle botte, sul bimbo di soli 7 anni.

Risvolti agghiaccianti sono trapelati dai messaggi su WhatsApp acquisiti dagli inquirenti che indagano sulla morte del piccolo Giuseppe, ucciso la mattina del 27 gennaio 2019 a Cardito e per la cui morte è accusato il patrigno, in un procedimento che vede coinvolta anche la madre. Tony picchiava sia Giuseppe che la sorellina Noemi e mentre consumava le sue violenze le filmava con il telefonino o scattava foto. Dalle immagini emergono chiaramente i segni delle percosse. In un filmato dice a Giuseppe “Comm’è bellillo ‘o ricchione”, mentre in un’altra clip rinvenuta nello smartphone si vede il bambino paralizzato, immobile con un giocattolo nelle mani, terrorizzato mentre Tony lo sta sgridando.

Acquisite anche alcune conversazioni con il fratello Rafael. Conversazioni nelle quali proprio il fratello puntava il dito contro Tony: “Che hai combinato, hai fatto un altro guaio”, diceva Rafael via chat poco prima dell’omicidio. In altri messaggi, sembrerebbe che Tony fosse particolarmente violento nei confronti dei due figli per punirli, ma anche verso la compagna. “Tony mi fai schifo. È venuta l’ambulanza, tu sei un animale, devi essere rinchiuso e devono buttare le chiavi, ti taglierei la testa”: messaggi durissimi quelli del fratello di Tony, tutti recuperati dagli inquirenti. In alcune foto, si vedrebbero perfino i segni delle percosse sui bambini. Tutto acquisito e messo agli atti, ritenuti rilevanti a livello investigativo dal pubblico ministero della Procura di Napoli Nord, Fabio Sozio. La prossima udienza del processo è stata fissata dalla presidente Lucia La Posta della Terza Corte d’Assise di Napoli per il 19 febbraio 2020.

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