Voce di Napoli | Navigazione

La lite tra mogli, la stesa dopo la festa della donna e l’amante: il triangolo che fece tremare la pax tra i clan

Secondo le dichiarazioni del Collaboratore di giustizia Roberto Perrone è stata a rischio la tregua tra il clan Polverino con i Nuvoletta-Orlando

Era il giorno della festa della donna. Anno 2009 o 2010, in un locale della zona flegrea ci fu un acceso litigio tra la moglie di Raffaele D’alterio, detto Lelluccio ‘a Signorina con la consorte di Giorgio Polverino. Quest’ultimo è omonimo di ‘o Barone, ovvero il boss Giuseppe Polverino. Giorgio è legato invece al clan Nuvoletta e per entrambi i sodalizi avrebbe gestito il traffico di hashish. Questa lite tra donne, nel giorno della loro celebrazione, avrebbe potuto rompere gli equilibri tra due organizzazioni criminali: i Polverino e i Nuvoletta – Orlando.

A raccontarlo il collaboratore di giustizia ed ex affiliato del clan Polverino, Roberto Perrone. Quest’ultimo ha detto agli inquirenti che l’animata discussione ha avuto una conseguenza. D’Alterio, la sera successiva, aveva eseguito una ‘stesa‘ esplodendo diversi colpi d’arma da fuoco contro l’automobile della moglie di Giorgio Polverino. I fatti furono immediatamente riportati al boss, ovvero ‘o BaroneGiuseppe Polverino convocò un summit all’interno di uno dei suoi covi, ospitando proprio PerroneLelluccio a Signorina Sabatino Cerullo.

Fu quest’ultimo, secondo Perrone, ad aver detto al boss che D’Alterio si era vendicato della moglie di Giorgio Polverino sparando contro la sua vettura. ‘o Barone si sarebbe infuriato ed avrebbe chiesto a Lelluccio ‘a Signorina il perché non gli chiese il permesso per quest’azione vendicativa. La rabbia di Giuseppe Polverino sarebbe stata giustificata proprio dalla delicata situazione che caratterizzava gli equilibri criminali tra il suo sodalizio e quello dei Nuvoletta – Orlando.

A quel punto il colpo di scena, con D’Alterio che si sarebbe scagliato contro Cerullo accusandolo di essere una spia e addirittura l’amante della moglie di Giorgio Polverino. Ed è qui, parlando di tradimenti, che la vicenda si incastra con quella dell’omicidio di Santo Passaro. Quest’ultimo a soli 30 anni fu ucciso a Marano nel 2008. Perrone, in merito, ha raccontato ai magistrati che alcuni suoi amici del clan Polverino gli dissero che ad ordinare l’assassinio fu il boss, ‘o Barone.

L’esecutore, il killer – invece – sarebbe stato proprio D’Alterio aiutato da Salvatore Simeoli alias ‘o Sciacallo. Per Perrone, Passaro fu ucciso perché sarebbe stato l’amante della moglie di Armando Del Core, conosciuto come ‘o Pastore e legato al clan Nuvoletta (nonché coinvolto nell’agguato mortale ai danni del giornalista Giancarlo Siani). Per questo, secondo quanto narrato dal pentito, il boss Giuseppe Polverino – dopo aver ascoltato Cerullo – rivolgendosi a D’Alterio avrebbe esclamato: “Ma come, noi abbiamo ucciso l’amante della moglie del Pastore e adesso dovremmo uccidere anche a te che stai con la cognata?“.

Proprio in merito all’omicidio di Santo Passaro, il prossimo 20 gennaio, si terrà presso il Tribunale di Napoli l’udienza preliminare sul caso (ancora irrisolto). Per l’occasione Perrone, che all’epoca dei fatti era detenuto, dovrà confermare davanti ai giudici la versione resa ai pm. Alla sbarra anche il boss Giuseppe Polverino difeso dagli avvocati Giovanni Esposito FarielloRaffaele EspositoFrancesco Maria Amodeo.

La lite tra mogli, la stesa dopo la festa della donna e l'amante: il triangolo che fece tremare la pax tra i clan
Nella foto grande Giuseppe Polverino ‘o Barone. Nei riquadri, in alto a sinistra, Roberto Perrone. Sotto di lui Giorgio Polverino. In alto a destra, Raffaele D’Alterio alias ‘Lelluccio ‘a Signorina. Sotto di lui Sabatino Cerullo