Il discorso dell'ultimo dell'anno del Presidente della Repubblica
Coesione nazionale, cultura della responsabilità e orgoglio per il nostro Paese che va guardato “in fondo, un po’ come ci vedono dall’estero con la nostra identità, sinonimo di sapienza, genio, armonia, umanità”. E’ il messaggio del capo dello Stato nel discorso di fine anno agli italiani.
“Si avvia a conclusione – ha iniziato il capo dello Stato – un decennio impegnativo, contrassegnato da una lunga crisi economica e da mutamenti tanto veloci quanto impetuosi. In questo tempo sono cambiate molte cose attorno a noi, nella nostra vita e nella società”.
“Si tratta di un’occasione per pensare – insieme – al domani. Per ampliare l’orizzonte delle nostre riflessioni; senza trascurare il presente e i suoi problemi, ma rendendosi conto che il futuro è già cominciato”, ha aggiunto.
“L’Italia – ha il presidente della Repubblica – riscuote fiducia. Quella stessa fiducia con cui si guarda, da fuori, verso il nostro Paese deve indurci ad averne di più in noi stessi, per dar corpo alla speranza di un futuro migliore”. Bisogna “aver fiducia – è il suo appello – e impegnarci attivamente nel comune interesse. Disponiamo di grandi risorse. Di umanità, di ingegno, di capacità di impresa. Tutto questo produce esperienze importanti, buone pratiche di grande rilievo”.
“E’ importante – ha detto Mattarella – sviluppare una cultura della responsabilità che riguarda tutti: dalle formazioni politiche, ai singoli cittadini, alle imprese, alle formazioni intermedie. La cultura della responsabilità costituisce il più forte presidio di libertà e di difesa dei principi, su cui si fonda la Repubblica. Questo comune sentire della società – quando si esprime – si riflette sulle istituzioni per infondervi costantemente un autentico spirito repubblicano”.