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Tommaso Onofri. Il piccolo potrebbe essere stato ucciso da una rete di pedofili

Il piccolo Tommy fu sequestrato ed ucciso nel 2016

A distanza di tredici anni dal rapimento e dall’uccisione di Tommaso Onofri, il piccolo di 17 mesi sepolto lungo la riva parmense dell’Enza, nuove inquietanti verità emergono sul caso. A darne notizia è Il Resto del Carlino. Secondo gli investigatori, la morte del bimbo, potrebbe far parte di un disegno enorme in cui sarebbe coinvolta anche la ‘ndrangheta reggiana, più nel dettaglio i capi condannati nel processo ‘Aemilia’.

A far emergere questo nuovo volto dell’indagne sarebbe Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza e Francesco Monopoli, assistente sociale – indagati nell’inchiesta ‘Angeli e demoni’. Per i due, una rete che coinvolgeva anche autorità pubbliche. Rimessi in libertà sabato scorso, nell’ordinzanza che li riguarda si legge che della setta entrambi avrebbero parlato a più persone, che poi lo hanno raccontato ai carabinieri. Tra questi ci sarebbe anche l’ex comandante della polizia municipale Val d’Enza Cristina Caggiati (ora a processo per lo scandalo vigili urbani): “Da diversi anni Anghinolfi mi parlava di una rete di pedofili che ipotizzava attiva anche in Val d’Enza, composta da magistrati, ecclesiastici e forze dell’ordine e collegata ai ‘Diavoli’ della Bassa modenese. Una volta mi disse di ritenere che il piccolo Onofri potesse essere stato una loro vittima“.

Nella rete di pedofili potrebbe essere qundi rimasto coinvolto il piccolo Onofri. Dettagli inquietanti, inoltre, sono emersi dalle rivelazioni dell’assistente sociale Cinzia Magnarelli, ora indagata: “Le situazioni si riferivano a racconti dei bambini da cui emergevano omicidi di altri bambini, ma anche cannibalismo e rituali religiosi satanici. A noi fu riferito sia da Monopoli sia da Nadia Bolognini (altra indagata, psicoterapeuta del centro ‘Hansel e Gretel, nd r): si rifacevano alla simbologia del bosco, delle maschere, dei camionisti e del sangue”.

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