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Giovanni Allevi in tour come Babbo Natale. Ma la tappa al Teatro Augusteo non convince il critico Valerio Cappelli

“E’ come la caramella mou che si appicica ai denti. La canti in una doccia senza acqua. E’ musica pop-ulista, dunque simbolo del tempo che viviamo”

E’ Natale bellezza. Avviamoci verso La Fabbrica dei Sogni. Uao, Giovanni Allevi in Hope Christmas Tour al Teatro Augusteo. Mi dicono tutto esaurito quando me, tapina, oso chiedere last minute un accredito a una società di Latina appaltatrice dell’evento.

Mi danno una “fantomatica” e mail presse alla quale nessuno risponde. Vado a teatro per verificare se trovo un biglietto per l’imperdibile concerto. Se ne trovano a iosa, di fatto la platea di 1400 posti è riempita poco più di metà, i biglietti li vendono i bagarini. Desisto e non me ne pento.

Sopratutto quando l’esperto musicale giramondo Valerio Cappelli lo punzecchia: “E’ musica banale e nemmeno accattivante, la canti sotto una doccia senz’acqua. E’ come la caramella mou: si appiccica sui denti di cui non resta nulla, del tutto insapore e non la digeriamo. E’ musica pop-ulista, dunque simbolo del tempo che viviamo”.

Si cambia musica: non entra neanche uno spillo al debutto del “La Fabbrica dei sogni”, il musical di Sal Da Vinci, sempre al Teatro Augusteo. Un artista “pazzo” immagina di abbattere le mura della casa di cura, un “non luogo” che si trasforma in teatro visionario per accogliere i reietti della società. In scena fino al 6 gennaio.

Come ho già scritto sulle pagine di questo giornale i Pink Flyod Legend, cover band strepitosa con effetti rock psiichedelico, ha registrato il tutto esaurito. Per il successo di uno spettacolo il ruolo chiave lo gioca la comunicazione. Per i Pink Floyd e per la Fabbrica dei sogni Marco Calafiore, collega che stimo moltissimo, ha lavorato sul ‘pacchetto completo’, ovvero la massima diffusione possibile della notizia attraverso investimenti pubblicitari, affissioni stradali, pubblicazioni su quotidiani cartacei, giornali web locali, radio e televisione.

In particolare, visto che la maggior parte dei biglietti venduti online o direttamente al botteghino risultano emessi a spettatori residenti in città o nell’immediata periferia è di fondamentale importanza conoscere i media a diffusione locale e il loro posizionamento sulla rete, perché spesso si riesce a ottenere un enorme risultato di visibilità grazie a tanti piccoli giornali locali, pieni di entusiasmo e voglia di farsi conoscere, che condividono sui loro social la notizia (come Vocedinapoli.it, per esempio) piuttosto che attraverso un’uscita su cartaceo nazionale, che deve essere comunque presente a completamento della strategia di comunicazione. Soprattutto se lo spettacolo ha in programma date su tutto il territorio italiano.

Chiaro? Basta ascoltare, esserci, essere disponibili e fare sinergia anche con un qualsiasi ufficio stampa che venga da fuori che sia Latina o Roma. Insomma, Allevi può piacere o no, ma è stata sbagliata la strategia di comunicazione. I risultati erano sotto gli occhi di tutti… Il teatro, riempito a macchia di leopardo.
Dunque cari colleghi che venite da “fuori” prima di togliere il lavoro a chi lavora in loco ( scusate il gioco di parole…) pensateci. Con simpatia verace.

Giovanni Allevi in tour come Babbo Natale. Ma la tappa al Teatro Augusteo non convince il critico Valerio Cappelli

pagina Facebook di Januaria Piromallo