Era il 29 novembre del 2014 quando il corpo del piccolo Lorys Stival fu ritrovato in un canalone nei pressi del Mulino Vecchio, nell’estrema periferia di Santa Croce Camerina. Era un primo pomeriggio quando fu fatta quella terribile scoperta. Per quell’atroce delitto è stata condannata la madre del bambino, Veronica Panarello. Proprio qualche giorno fa la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza, già emessa dalla Corte d’Assise, di trent’anni di reclusione.
La stessa madre che il 29 novembre del 2014 andò alla stazione dei carabinieri di Santa Croce Camerina e presentò denuncia per la scomparsa del figlio Lorys, aveva detto di averlo accompagnato a scuola e di non averlo ritrovato all’uscita. Ai militari aveva raccontato che le maestre all’uscita le avevano detto che non avevano visto il bambino entrare. Le ricerche furono avviate immediatamente, ma i militari dopo non aver avuto riscontro, decisero di estendere il campo anche nella zona periferica. Poco dopo ci fu la terribile scoperta.
L’autopsia confermò che il piccolo Lorys fu strangolato con delle fascette di plastica, le stesse che la madre del piccolo aveva avuto da alcune maestre del bambino. L’arresto di Veronica Panarello avvenne l’8 dicembre del 2014, quando il 18 dicembre ci furono i funerali di Lorys, lei non partecipò perché era in custodia cautelare. La Panarello ha sempre negato di aver ucciso suo figlio, in un primo momento disse che il figlio stava giocando con le fascette e si sarebbe “autostrangolato” senza che lei se ne accorgesse. Poi disse accusò il nonno paterno di aver ucciso il bambino, con cui lei avrebbe avuto una relazione. Tutte versioni che non avevano alcun fondamento.
E oggi che sono passati cinque anni da quell’atroce delitto, sono tantissimi i messaggi in ricordo del piccolo Lorys, morto così presto, ucciso in un modo tanto feroce.