L'intervista al Presidente per la Campania della Società Italiana Geologia Ambientale (SIGEA). "Il meteo condizionato anche dai cambiamenti climatici"
Un’allerta meteo costante che ha caratterizzato le ultime settimane di tutti gli italiani. Un maltempo rivelatosi attraverso temporali, grandinate e forti venti. Le conseguenze, in tutto il Paese, sono state drammatiche e molteplici.
Dal maxi allagamento di Venezia, ai gravi disagi in Piemonte, al crollo di un viadotto in Liguria, all’esondazioni di fiumi e corsi d’acqua, ai crolli, le frane e le voragini. Purtroppo anche la Campania è stata flagellata da questi fenomeni.
“Abbiamo maltrattato il territorio, modificando le morfologie dei luoghi, consumando suolo e impermeabilizzando grandi superfici, costruendo nelle aree destinate al transito delle acque. Gli eventi di cronaca che registriamo in questi giorni sono la naturale conseguenza del nostro agire. Se non abbiamo il coraggio di cambiare la politica applicando il principio della sostenibilità economica, sociale e ambientale dello sviluppo, saremo condannati a rincorrere le emergenze e magari avviare ricostruzioni negli stessi luoghi“, queste le tuonanti dichiarazioni di Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA).
Due i punti principali, la grande frequenza con la quale si verificano tali eventi atmosferici e una decisa attività combinata di prevenzione e manutenzione. Abbiamo approfondito l’argomento, per quanto riguarda la nostra regione, con il Presidente della SIGEA Campania, Gaetano Sammartino.
“Abbiamo bisogno di interventi strutturali che ci consentano di avere un monitoraggio in tempo reale di questi fenomeni – ha dichiarato Sammartino – È necessario investire economicamente in tecnologie che possano permetterci di realizzare rilevazioni precise, con un unico scopo: riuscire ad avvertire la popolazione coinvolta“.
Del resto, secondo Sammartino, “immaginare di abbattere tutto ciò che è stato edificato male per ricostruirlo e riportare il territorio ad uno stato di natura ottimale è impensabile. Per questo sarebbe più semplice intervenire in questo modo. Accade anche in altri paesi europei con una differenza: in altre nazioni hanno commesso meno errori in passato e quindi ad oggi in quegli stati i cittadini vivono meno emergenze“.
Ma c’è anche un problema legato ai cambiamenti climatici. “È ovvio che i cambiamenti che stanno trasformando il clima incidono tanto – ha continuato Sammartino – Basta pensare a queste piogge che noi chiamiamo parossistiche, cioè molto violente e che colpiscono il territorio con una massa d’acqua enorme. Il volume d’acqua che cade giù dal cielo è impressionante rispetto al passato. Questo, unito alle opere di impermeabilizzazione avvenute in Italia, hanno fatto il resto“.
Invece, per quanto riguarda i fondi destinati agli enti locali da utilizzare in attività di prevenzione e monitoraggio, “gli amministratori locali si lamentano da anni – ha detto Sammartino – E non hanno tutti i torti. Ad oggi o per mancata erogazione o per cattiva gestione, non ci sono soldi per le opere di manutenzione. Come lamentano i Consorzi di Bonifica, i contributi non sono sufficienti. Anni fa esisteva la figura del Genio Civile o Guardia Idraulica, una persona il cui ruolo era quello di controllare determinate zone critiche di un territorio. Ad oggi, da questo punto di vista, il Paese è del tutto abbandonato“.
Infine, un focus sulle criticità campane con lo sguardo rivolto al futuro: “Se la politica non si muove il futuro è negativo. Servono azioni importanti su come salvare un Paese che nei prossimi decenni rischia di crollare per intero. Ad esempio in Campania, l’Autorità di Bacino, ha da anni mappato il territorio suddividendolo nelle aree più a rischio, come quella del Sarno. Alluvioni, frane e tanto altro. È tutto scritto nelle relazioni che gli esperti hanno scritto per l’Ente. Eppure, come si vede dalle ultime notizie di cronaca, le cose non sono cambiate“, ha concluso Sammartino.
