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La moglie di Pino Daniele, l’ultima telefonata: “Cosa ho detto a Pino il giorno prima della sua morte”

Manca una settimana all’uscita di “Resta l’amore intorno”, il libro di Fabiola Sciabbarassi, la seconda moglie di Pino Daniele. Nel lavoro, scritto a quattro mani con Mapi Danna Cecchetto. Nel testo la donna racconterà la vita privata dell’ex marito soffermandosi sui periodi più difficili. Il settimanale Grazia ha anticipato alcuni estratti del volume. Un viaggio che dura fino al 4 gennaio 2015, anno in cui l’artista napoletano è scomparso a causa di un infarto.

“E sono arrivati gli anni avvelenati, gli anni di cui non voglio raccontare. Sono due: il ’13 e il ’14. Non voglio neanche scriverli per esteso, perché sono stati gli anni tagliati, elisi, monchi surreali e schizofrenici. Anni acidi, cattivi. Sono stati anni abrasivi”, scrive Fabiola, spiegando che fu un periodo di incomprensioni, di rabbia, dove una “piccola perturbazione” si trasformava in uno “tsunami” travolgente.

Fabiola passa poi a descrivere le ultime volte che vide Pino. Un periodo che ricorda come una cicatrice perché, visto che lui stava con un’altra donna, le visite ai figli (Pino e Fabiola ne hanno tre: Sara, Sofia e Francesco) erano dettate da “orari, schemini, una staffetta orrenda al posto di una gita”.“2 gennaio 2015. Pino viene a prendere Francesco, lo porta con Sofia a Magliano”, scrive Fabiola che spiega che quel giorno non scende in strada: “Non scendo, non voglio vedere la targa dell’auto diventare piccola e portarlo via, la sento come una vera e propria sottrazione […] Accendo il videocitofono, la telecamera in bianco e nero ha quell’inquadratura fissa da sorveglianza, vede, non guarda. Anch’io vedo […] È l’ultima volta che vedo Pino vivo, lo vedo, non lo guardo. È un’immagine filtrata. Da uno schermo.” Il giorno dopo, il 3 gennaio, Fabiola sentirà per l’ultima volta Daniele. La figlia Sofia le manda una foto con lui mentre è alle terme. “Provo una tenerezza infinita – narra sempre Fabiola – che finisce appena guardo, non vedo, guardo Pino. Ha le occhiaie, la pelle sbagliata, il bianco degli occhi che non è bianco. ‘Ciao Sofi, passami papà, non sta bene, si vede, come mai siete alle terme?’ Tra poco, comunque, saranno a casa, a Magliano. È l’ultima volta che sento Pino”.