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Orrore al cimitero, rubata la bara di un giovane defunto: madre colta da malore

Tomba profanata nel cimitero di Agropoli. Nella notte tra sabato e domenica è scomparsa la bara di Pasquale Picariello, 19enne morto nel maggio del 2006, ben 13 anni fa, in seguito alle ferite riportate in un incidente stradale. Un episodio inquietante quello scoperto dai custodi del cimitero del comune salernitano che hanno sollecitato l’intervento dei carabinieri e avvertito i familiari del giovane defunto.

Ad agire, secondo una prima ricostruzione dei militari dell’Arma, sarebbero state più persone che, dopo aver forzato la catena di un cancello, sono entrate all’interno del cimitero, distruggendo la lapide con l’aiuto di uno scaletto, poiché si trovava al terzo livello, e portando via la bara che è stata caricata su un’auto. I genitori di Pasquale, una volta arrivata al cimitero di Agropoli, hanno appurato quanto accaduto e la madre del 19enne defunto che ha accusato un malore ed è stata soccorsa dai presenti prima e dai sanitari del 118 poi.

I carabinieri hanno setacciato la zona alla ricerca di possibili indizi utili a identificare i responsabili. Il cimitero non è provvisto di telecamere di videosorveglianza ma gli investigatori stanno raccogliendo le immagini presenti nella vicinanze per provare a risalire all’orario in cui la gang è entrata in azione.

I motivi del raid sono al momento sconosciuti anche se non è da escludere la pista di una vendetta personale nei confronti un familiare del 19enne. Qualche giorno fa il cagnolino della sorella di Pasquale è stato lanciato dal terzo piano da un’amica di quest’ultima in seguito a un litigio. Un volo di diversi metri che non ha lasciato scampo al piccolo animale. Un dispetto eclatante che Andrea Picariello, fratello di Pasquale, ha così commentato: “Ho assistito alla scena: il cagnolino di appena un anno è stato lanciato dal balcone dalla compagna di mia sorella. Una scena bruttissima e straziante”. “Ero lì – spiega a Vocedistra.it – quando il cagnolino è stato gettato dal balcone. Mia sorella è stata la prima a denunciare”. Le due donne condividevano lo stesso appartamento.