Le mani del clan Contini sulla costiera Romagnola. “Da oggi comandiamo noi” e per chiarirlo meglio a chi non accettava la nuova presenza sul territorio si passava direttamente alle vie di fatto con brutali pestaggi ai pregiudicati locali. E’ quanto emerso in una inchiesta della DDA di Bologna culminata nel blitz di questa mattina che ha portato all’arresto, tra Rimini, Napoli, Marcianise, Latina e Prato, di 10 persone (7 in carcere e 3 ai domiciliari) per associazione per delinquere di tipo mafioso.
Secondo gli inquirenti il gruppo si era insediato nella provincia di Rimini con inaudita e spregiudicata violenza, ostentata ad ogni favorevole occasione per ribadire la forte presenza sul territorio, potendo contare anche su un’ampia disponibilità di armi da fuoco e utilizzando armi improprie – bastoni, mazze e martelli – per compiere violente azioni di forza. Le indagini hanno acclarato che gli arrestati hanno organizzato ed eseguito violenti pestaggi nei confronti di pluripregiudicati, ben noti negli ambienti delinquenziali riminesi e storicamente legati a clan camorristici campani, per dare un preciso segnale sulla presenza sul territorio del nuovo gruppo, intenzionato ad insediarsi nella provincia di Rimini per monopolizzare il controllo delle attività illecite del territorio, precedentemente gestito da altri gruppi campani dei quali facevano parte, a vario titolo, anche le vittime dei pestaggi.
A capo del gruppo c’era il 31enne Ciro Contini, nipote del boss Eduardo Contini, detto ”o Romano’, capo dell’omonimo clan camorrista attivo a Napoli tra Vasto, Borgo Sant’Antonio Abate e Rione Amicizia. Le indagini hanno appurato una notevole capacità economica del gruppo, che grazie alla gestione dell’attività di autonoleggio a Rimini, fittiziamente intestata ad uno degli arrestati ma di fatto gestita dal vice di Contini, riusciva agevolmente a reimpiegare denaro di provenienza illecita, riuscendo anche a provvedere autonomamente al pagamento delle spese connesse alla detenzione in carcere di alcuni sodali, tra cui lo stesso Contini, detenuto in carcere dal 24 novembre 2018, quando fu arrestato dagli agenti dal Commissariato di San Carlo Arena a Napoli per porto abusivo di pistola, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale, con l’aggravante del metodo mafioso. A seguito dell’arresto del “capo”, il clan riminese aveva fatto registrare un breve periodo di sbandamento, per poi ricompattarsi nuovamente.