Sospese la dirigente scolastica e le maestre di Giuseppe Dorice, il bimbo di 7 anni ammazzato di botte a Cardito (Napoli) il 27 gennaio scorso da Tony Essobti Badre, 25enne italo-tunisino, compagno della madre del piccolo, Valentina Casa, 31 anni, anch’essa arrestata lo scorso aprile.
Il procedimento a loro carico da parte del Miur (Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) è per omessa denuncia da parte delle docenti nonostante lividi e tumefazioni che il piccolo Giuseppe aveva quando si presentava in classe.
Una storia raccapricciante quella del bimbo di 7 anni e della sorellina Noemi, 8 anni, picchiata e ridotta in fin di vita dal patrigno. E’ stata lei, dopo giorni di ricovero all’ospedale Santobono di Napoli, a far emergere le terribili violenze che erano costretti a subire tra l’indifferenza e la subordinazione della madre.
Giuseppe è morto tra l’indifferenza di tutti, a cominciare da quella madre che avrebbe dovuto tutelare lui e le altre due figlie e invece ha pensato a nascondere le tracce (pulì il sangue dopo l’ultima fatale aggressione) delle violenze he vedevano protagonista il suo nuovo compagno. Proseguendo poi con le maestre di scuola dei bambini, arrivate a fare buon viso a cattivo gioco, facendo finta di non vedere i lividi e i segni delle percosse che Noemi e Giuseppe avevano sempre più spesso quando la mattina arrivavano in classe.
E’ quanto emerge nell’ordinanza che ha portato l’11 aprile scorso anche Valentina Casa, 31 anni, in carcere, due mesi e mezzo dopo quel drammatico 27 gennaio a Cardito (Napoli), quando Tony Essobti Badre, 25enne italo-tunisino, ammazzò di botte, armandosi del manico della scopa, il piccolo Giuseppe, 7 anni, perché aveva danneggiato il letto comprato da pochi giorni, riducendo in gravi condizioni la sorellina più grande di un anno.
L’OMERTA’ DELLE MAESTRE – L’indifferenza contraddistingue anche i vicini di casa, che non hanno mai segnalato nulla, così come da condannare è l’atteggiamento delle maestre dell’Istituto Quasimodo di Crispano. Alcune di loro, immediatamente convocate subito dopo l’omicidio del piccolo Giuseppe, hanno sostenuto di non conoscere la situazione di degrado e violenze in cui vivevano i due figli di Valentina Casa. Addirittura una educatrice, nella sala d’aspetto del Commissariato, non sapendo di essere intercettate si rivolge alla collega ridendo ed esclamando: “Io faccio la faccia di c…”.
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La stessa preside dell’Istituto ha convocato un collegio docenti il giorno dopo la morte di Giuseppe, lunedì 28 gennaio. Dieci giorni prima, in una nota, alcune maestre avevano sottolineato i maltrattamenti subiti da Noemi, giunta in classe più volte con il volto tumefatto. Una nota che per il Gip appare debole e tardiva con la dirigente Rosa Esca che “non riteneva di dare corso alla nota”. Una nota in cui venivano segnalate le parole della piccola Noemi che riferiva di essere stata aggredita in casa da Tony.