Offese, sputi e calci dalla polizia egiziana per il suo orientamento sessuale. E’ quanto sarebbe accaduto a Federica Mauriello, giovane donna transgender napoletana, discriminata e malmenata lo scorso 16 agosto al suo arrivo a Sharm el Sheik secondo quanto denunciato dall’associazione transgender napoletana.
Partita da Capodichino, all’atterraggio la polizia egiziana “l’ha fermata per l’intera notte e fino alle 17 del giorno seguente, senza alcuna spiegazione valida ma offendendola, sputandole addosso e prendendola a calci”, denunciano oggi Loredana Rossi e Ileana Capurro, fondatrice e presidente dell’Associazione Trans Napoli. Alla trans sarebbero stati negati i diritti fondamentali, compresi un bicchiere d’acqua e la possibilità di avvertire telefonicamente i familiari. Al termine della sua odissea, Federica – che a Napoli è parrucchiera – sarebbe stata obbligata a fare ritorno in Italia, dove si rivolgerà a un legale per chiedere “i danni anche morali di quanto accaduto”.
Sul caso è intervenuta anche Daniela Falanga, presidente Arcigay Napoli, che in una intervista a Repubblica ha sottolineato come “non è la prima volta, in particolare negli ultimi mesi, che arrivano dall’Egitto storie come quella di Federica, di intollerabile privazione della libertà individuale a causa del proprio orientamento sessuale e che in particolare vedono protagoniste donne trans. Si tratta di una situazione insostenibile e per certi versi nuova che veicola uno stigma probabilmente legato alle politiche governative del Paese e di cui abbiamo già avuto modo di dialogare, esternando la nostra preoccupazione, con il console italiano in Egitto. Stiamo raccogliendo tutte le denunce, in larga parte di donne trans costrette a fare ritorno in Italia letteralmente terrorizzate, e intendiamo – insieme ad altre associazioni – intraprendere un percorso comune per sollecitare il governo egiziano a fornirci risposte chiare su metodi al momento inaccettabili e anticostituzionali”.