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Perseguitato dall’ex minaccia suicidio, il dramma di Giorgio

L'uomo costretto a tenere chiusa l'officina dove lavora perché "tormentato" dalla donna che vive nelle vicinanze

Non può più lavorare nella sua officina perché tormentato dall’ex compagna che dopo la fine della relazione non perde occasione per aggredirlo e minacciarlo. Un calvario che va avanti dallo scorso febbraio e che ha portato un napoletano di 53 anni a tentare di togliersi la vita perché stremato dall’odissea sentimentale. E’ l’incubo che sta vivendo in questi mesi Giorgio (nome di fantasia).

L’uomo, residente nell’area flegrea di Napoli, venerdì scorso, 19 luglio, dopo la decisione del Gip di rigettare l’ennesima richiesta di misura cautelare nei confronti della donna, è salito sul ponte di viale Virgiliano minacciando di lanciarsi nel vuoto. Sul posto è intervenuto il figlio, nato dall’unico matrimonio dell’uomo, che ha tentato di far desistere il padre, prima dell’arrivo di polizia, carabinieri e vigili del fuoco. Quest’ultimi hanno posizionato in Discesa Coroglio, strada che si trova al di sotto del ponte, un materasso gonfiabile per attutire l’eventuale caduta. Traffico in tilt per un’ora, poi il 53enne, convinto dal figlio, è tornato sui propri passi e la situazione di pericolo è rientrata.

Restano le numerose denunce, oltre una decina (con video di aggressioni fisiche e danneggiamenti, audio di minacce e presunti gesti di autolesionismo “trasformati” poi in aggressioni subite), presentate dall’uomo, tornato a vivere a casa della madre, contro gli atteggiamenti persecutori dall’ex compagna. Pedinamenti, telefonate, minacce e aggressioni culminate lo scorso marzo con un divieto di avvicinamento. Le cose però non sono migliorate. La donna, incurante del provvedimento ricevuto, si vendica distruggendo l’auto di Giorgio con un martello e denunciando successivamente presunte aggressioni subite dal marito con tanto di referti medici.

Un guerra che va a ripercuotersi anche sui tre figli della coppia che possono vedere e sentire il papà a fasi alterne, secondo l’umore della madre. Alla già compromettente situazione, si aggiunge la chiusura temporanea dell’officina di Giorgio, adiacente all’abitazione dove abitava con l’ex compagna. Decisione dettata dalla presenza incessante della donna, casalinga e beneficiaria del reddito di cittadinanza, arrivata anche a danneggiare gli attrezzi presenti all’interno dell’attività con l’obiettivo di ottenere dal 53enne più soldi rispetto a quanto inizialmente pattuito per il mantenimento dei figli.