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Gli ultimi giorni di Luciano De Crescenzo, Arbore: “In ospedale ascoltava canzoni napoletane”

Si terranno sabato 20 luglio alle 11.20 nella chiesa di Santa Chiara i funerali di Luciano De Crescenzo, lo scrittore e regista napoletano morto a 90 anni al Policlinico Gemelli di Roma in seguito alle complicanze di una polmonite.

L’ultimo saluto l’ingegnere filosofo lo riceverà nella sua Napoli dove il sindaco Luigi de Magistris ha proclamato lutto cittadino, disponendo che su tutti gli edifici pubblici le bandiere siano poste a mezz’asta. La camera ardente è stata allestita a Roma nella sala della Protomoteca in Campidoglio. Sarà aperta dalle 10 alle 20.

“La nostra è stata un’amicizia straordinaria. Nata più di 40 anni fa. A legarci era l’amore per Napoli” racconta commosso Renzo Arbore che ricorda la grande amicizia con lo scrittore e regista napoletano. La memoria torna indietro all’inizio degli anni Settanta: “Era la Napoli migliore, e Luciano era il capo di questa città meravigliosa, di cui noi conoscevamo la cultura antica, ma anche i suoi difetti. De Crescenzo era l’intellettuale, anche se veniva da studi di ingegneria elettronica, una facoltà irraggiungibile. Il primo ricordo che ho è lui che discute con computer, in tempi in cui nessuno ancora sapeva bene cosa fosse un computer”.

“DONNA CONTESA” – Una storia che De Crescenzo amava raccontare era l’inizio del loro rapporto, nato quando scoprirono di avere la stessa fidanzata, tra Sorrento e Napoli. “Era vero, era la sua storia preferita. I suoi racconti, le sue storie erano ciò che apprezzavo di lui. Fu il suo essere affabulatore a spingermi a segnalarlo a Maurizio Costanzo. Luciano ha vissuto tante vite – racconta ancora Arbore -. Prima del successo, era stato campione di motonautica, poi cronometrista. Era diventato ingegnere, prima di scegliere la strada della scrittura. Ha venduto 25 milioni di copie, è stato tradotto in 42 Paesi e alcuni suoi testi sono studiati nelle scuole straniere. Era un divulgatore straordinario, condiva la filosofia con il sorriso. E con parole che tutti potevano comprendere. Il sorriso è la cosa più difficile da contrabbandare, perché vieni subito sottovalutato come intellettuale e diventa umorista”.

GLI ULTIMI GIORNI – Arbore racconta anche gli ultimi giorni di De Crescenzo, ricoverato in ospedale a Roma per i postumi di una polmonite. “L’ultima volta siamo andati a trovarlo a casa con Marisa (Laurito, ndr): ci ha firmato il suo ultimo libro. Come faceva di solito, ‘al primo’, perché ero il primo amico cui lo dava. Negli ultimi giorni in ospedale, invece, mi faceva ascoltare le canzoni napoletane della sua gioventù, quelle più belle”.