Luciano De Crescenzo non c’è più. E’ morto a un mese esatto dal suo 91esimo compleanno. Era ricoverato da alcuni giorni in ospedale a Roma per le conseguenze di una polmonite. Lascia un patrimonio letterario (oltre 50 libri e 18 milioni di copie vendute in tutto il mondo) e cinematografico immenso.
Tanti gli aforismi tratti dalla immensa produzione lasciataci in eredità. Vi proponiamo alcuni passaggi celebri:
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“Napoli per me non è la città di Napoli ma solo una componente dell’animo umano che so di poter trovare in tutte le persone, siano esse napoletane o no. A volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora l’ultima speranza che resta alla razza umana”.
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“Masaniello, tra tutti i personaggi storici, comici, politici e artistici nati a Napoli, è quello che maggiormente incarnò lo spirito napoletano. E questo perché espresse le contraddizioni, l’istinto di amore, l’incapacità di esercitare il potere, la generosità e l’ignoranza del suo popolo. Masaniello è amore e disordine”.
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“A volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora l’ultima speranza che resta alla razza umana”.
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“Il segreto della vita è la distrazione, ovvero il dimenticarsi che esiste la morte”.
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“Siamo angeli con un’ala sola, solo restando abbracciati possiamo volare”
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I napoletani sono un popolo pieno di devozione cristiana, ma non hanno mai veramente abbandonato le tradizioni pagane. Sono sempre rimasti un po’ politeisti. È proprio l’idea di Dio, del Dio che è uno, che noi napoletani facciamo fatica a digerire. Prendete i protestanti, quelli appena hanno un guaio, anche piccolissimo, dicono subito: “My God”. Noi non diciamo mai “Mio Dio”, preferiamo rivolgerci a qualcuno di più preciso, per questo invochiamo i santi […]. In certi casi particolari, si sceglie di rivolgersi alle anime del purgatorio. Qui qualcuno può obiettare: e perché non a quelle del paradiso, non sono più influenti, più introdotte? Ma il punto è proprio questo e i napoletani lo sanno. Le anime del paradiso se ne fottono, ormai vivono la loro estasi celeste, hanno raggiunto l’obiettivo e di quello che succede quaggiù non gliene importa niente. Invece le anime del purgatorio lottano ancora, hanno bisogno delle preghiere. E allora nasce lo scambio, la convenienza reciproca.
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“Il fine della vita è il piacere, ma non il piacere dei dissoluti e dei gaudenti, come credono alcuni ignoranti che non ci vogliono capire, bensì il non soffrire, per quanto riguarda il corpo, e il non turbarsi per quanto riguarda l’anima”.
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“Molti studiano come allungare la vita, quando invece bisognerebbe allargarla”.
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“Non conviene fare sesso. Dura poco, si fa una gran fatica e la posizione è ridicola”.
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“Oggi il settanta per cento dell’umanità muore di fame… e il restante trenta per cento fa la dieta”.
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“Solo gli imbecilli non hanno dubbi”; “Ne sei sicuro?”; “Non ho alcun dubbio!”
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“Più che ambire al titolo di dottore, ognuno cerchi di guadagnarsi almeno quello di egregio [da ex gregis = fuori dal gregge] e di pensare con il proprio cervello, avendo in massima cura le tradizioni”.
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“Oggi l’avviso di garanzia dovrebbe cambiar nome: è a tutti gli effetti un avviso di sputtanamento, se non addirittura una condanna anticipata”.
- “Mia madre m’insegnò l’anticonsumismo più intransigente: invece del “Nulla si crea e nulla si distrugge”, lei praticava il “Nulla si compra e nulla si butta via”.
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“L’Auditel, in quanto gradimento della maggioranza, rappresenta la stupidità media di una nazione con conseguenze a dir poco catastrofiche. E vediamo perché. La parola audience (che, attenzione, si scrive audience ma che si pronunzia odiens, proprio per sottolinearne la pericolosità) produce un abbassamento della qualità di tutti i programmi televisivi. La tv, infatti, proprio per andare incontro al gusto delle masse abbassa il proprio gusto fino a farlo coincidere con quello della maggioranza”.