La piccola Jolanda, soffocata a morte con un cuscino dal papà, Giuseppe Passariello, è una vittima innocente di un papà mostro. Alla base del gesto estremo del 37enne di Pagani ci sarebbe stato l’ennesimo pianto notturno della piccola di otto mesi. Lo scrivono i giudici del Tribunale del Riesame di Salerno, che hanno così motivato la conferma del carcere, decisa giorni fa.
Passariello è indagato per maltrattamenti e omicidio aggravato in concorso, insieme alla moglie Immacolata Monti, perpetrati contro la piccola nella casa a Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno). Come riporta il Mattino: “Giuseppe Passariello mente e mente spudoratamente. La prova inconfutabile la si ottiene osservando il corpo martoriato della piccola Jolanda, che ha subito lesioni e sevizie inaudite per diversi giorni. E con la tacita connivenza della madre, che non si è mai preoccupata di chiamare aiuto, di chiedere l’intervento di familiari per porre fine a tali angherie”.
LE BUGIE DI PASSARIELLO SULL’ASSASSINIO DELLA PICCOLA
“Jolanda aveva malformazioni congenite alle braccia e alle gambe. Sarebbe dovuta tornare il 24 giugno. Questo portò Passariello, dopo un probabile ennesimo pianto della bimba, a mettervi il cuscino sul viso, per farla zittire provocandone la morte per soffocamento”. Di quel cuscino la madre voleva disfarsi perché prova inconfutabile dell’assassinio. Il cuscino era sporco “di sostanze varie presenti sul viso della bambina e riversate dalla bocca o dal naso. Questo è indicativo del fatto che il cuscino sia stato premuto sul viso della piccola”. Inoltre la bambina avrebbe vissuto nel degrado e nella sporcizia dormendo su un materasso sotto le scale e non in una culla.