La macchia mediterranea esplode negli spazi esterni del Centro Ricerca e Divulgazione Scientifica del Parco
Il Centro Studi Interdisciplinari Gaiola Onlus ha ricevuto il Premio GreenCare per la difesa e la cura del verde pubblico, poiché: “L’area del Parco sommerso della Gaiola e del Pausilypon, sottratta dopo un trentennio al degrado all’abbandono, è stata restituita nel 2010 alla comunità grazie ad un progetto di valorizzazione del CSI Gaiola onlus che rappresenta un esempio interessante e riuscito di dialogo tra natura, paesaggio e archeologia – così come si legge nella motivazione letta da una splendida Gea Martire nell’affollatissima sala conferenze dell’Unione Indistriali di Napoli – la componente botanica, che ripropone nell’area della Villa le associazioni, i colori, i profumi della macchia mediterranea, partecipa al progetto culturale complessivo e contribuisce a raccontare un paesaggio in continua evoluzione consegnatoci dalla storia e ci consente di riconoscere il suo significato culturale, scientifico, didattico e divulgativo.”
A ritirare il premio, ieri sera,sono stati il presidente Maurizio Simeone e la naturalista e botanica Paola Masucci, colei che con amore e dedizione ha ridato vita alle aiuole che circondano il CeRD del Parco. “Grazie a tutti e un grazie speciale a Benedetta de Falco, instancabile motore dell’iniziativa – ha affermato Simeone – questo premio davvero ci onora e ci ripaga per i tanti sforzi svolti in questi anni per restituire un pò di dignità e decoro ad uno dei luoghi più belli della nostra Città, per troppo tempo dimenticato ed offeso.” Grato e commosso Simeone ha aggiunto: “E’ veramente un onore essere tra i premiati dell’Edizione 2019 del prestigioso Premio GreenCare per la difesa e la cura del verde pubblico. La nostra attività di tutela ambientale e riqualificazione territoriale è sempre stata legata nell’immaginario collettivo alla tutela dell’ambiente marino, pochi in questi anni hanno colto l’importanza ed il sacrificio del recupero del verde dell’ambiente terrestre.”
Mentre Masucci ha spiegato: “Il piccolo giardino botanico presente oggi negli spazi esterni del Centro Ricerca e Divulgazione Scientifica del Parco, è sorto all’interno di aiuole che erano state trasformate, negli anni bui dell’abbandono, in discariche di rifiuti e materiale edile: chi si occupa di giardinaggio e di botanica sa che il recupero di uno spazio verde è un lavoro che impiega anni prima che le piante messe a dimora si possano acclimatare ed iniziare il loro percorso di crescita e fioritura.”.
Oggi dove c’era una spianata di terra arida, sabbia e rifiuti edili, esplodono ogni primavera i colori della macchia mediterranea e tanti visitatori e scolaresche si fermano ad osservarli e ad imparare. Imparare innanzitutto che anche le piante di macchia e scogliera fanno parte in qualche modo dell’ambiente marino, e che dividere in maniera netta il mare dalla terra non ha senso, la fascia costiera è un sistema integrato, che vive di scambi e interazioni profonde tra il sopra ed il sotto.