Ucciso dopo una lite in discoteca avvenuta la settimana precedente. E’ di 30 anni di carcere la richiesta della procura di Napoli nei confronti di Alfredo Galasso, il 31enne che lo scorso 6 ottobre 2018 uccise con una coltellata in petto Raffaele Perinelli, il 21enne calciatore dilettantistico. L’omicidio avvenne nei pressi di un circolo ricreativo di Miano, periferia a nord di Napoli.
Nel processo con rito abbreviato dinanzi al gip Pietro Carola vede imputato Galasso per omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Nella precedente udienza il 31enne ha chiesto perdono alla mamma e alla sorella di “Lello”. Dal canto loro le due donne, Adelaide Porzio e Francesca Perinelli, hanno sempre sostenuto, supportante dal legale Enrico Di Finizio, che l’uccisione del loro caro fosse stata premeditata da Galasso, persona che i Perinelli conoscevano bene. “Dopo l’alterco cercato da Galasso davanti alla discoteca di Coroglio – sottolinea l’avvocato Di Finizio – durante il quale ebbe la peggio, il 31enne disse a tutti, in giro, che si sarebbe vendicato, sia per l’epilogo della sua vicenda sentimentale che per lo sfregio sul viso che riportò durante la colluttazione in discoteca”
Durante la requisitoria il pubblico ministero Stefano Capuano ha sottolineato più di una volta la decisione di “Lello” di intraprendere la strada della legalità nonostante avesse perso il padre, ucciso in un agguato di stampo camorristico, quando aveva appena 2 anni. Perinelli lavorava in una ditta di pulizia e giocava a calcio nelle serie dilettantistiche della Campania. Galasso – ha spiegato il sostituto procuratore – nutriva rancore e gelosia nei confronti di Lello per via di una sua ex ragazza che in precedenza era stata la fidanzata del 21enne ammazzato. Galasso, secondo l’accusa, temeva che Lello e questa giovane fossero tornati insieme.
La sentenza è prevista il prossimo 28 giugno.