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La storia di Maria Puteolana, la “Lady Oscar” campana celebrata da Petrarca

Per chiunque sia cresciuto tra gli anni ’80 e ’90 il nome di Lady Oscar suonerà, se non familiare, almeno conosciuto. L’eroina francese nata dalla penna della celebre mangaka (fumettista giapponese) Riyoko Ikeda è infatti una delle figure più conosciute nel panorama culturale del fumetto giapponese. Lady Oscar, la cui storia si sviluppa a ridosso della Rivoluzione Francese, viene cresciuta dal padre come se fosse un maschio, fino a diventare comandante delle guardie reali. In Italia la serie diventa popolare soprattutto grazie al cartone animato, che approda su Italia Uno nel 1982 seppur con moltissime censure: per la prima volta fa la sua comparsa nelle tv italiane l’immagine di una donna guerriera, che resta tale anche senza indossare pizzi e merletti.

La figura di donna guerriera è in realtà piuttosto radicata nella cultura occidentale, a partire dalla francese (e realmente esistita) Giovanna D’Arco fino ad arrivare alla Bradamante di Boiardo. Potrebbe essere una sorpresa per molti sapere che anche in Campania esiste una figura simile: si tratta di Maria Puteolana, una donna guerriera la cui immagine si colloca a cavallo tra storia e leggenda. L’unico a darci qualche informazioni su Maria è infatti Francesco Petrarca, che in visita a Pozzuoli nel 1341 alla corte di Roberto D’Angiò incontrò la donna, definendola “famosissima virago Maria, detta poi Maria Puteolana”. Petrarca spiegò di averla conosciuta quand’era solo una bambina, ma rivedendola alla corte angioina ne scrisse: “quando si è fatta innanzi e mi ha salutato, bardata da guerra e al comando di un manipolo di soldati, ne sono rimasto sbalordito. Poi sotto quell’elmo ho riconosciuto la sua femminilità”.

Maria fu infatti una dei comandanti dell’esercito di Roberto d’Angiò e combatté per lui tutta la vita, morendo per difenderlo da un attacco da parte di pirati, e di lei Petrarca scrisse: “Aveva destrezza insolita e rarissima, forza, età, portamento, desiderii di uomo prode; non tele ma archi, non aghi e specchi ma frecce e brocchieri usava, e nel suo corpo non baci e lascivia ma ferite ed onorate cicatrici”.

Il poeta scrisse inoltre come Maria fosse dotata di un’enorme forza fisica, e ogni guerriero che volesse sfidarla doveva sottoporsi ad una prova: ella infatti invitava gli sfidanti a sollevare un masso nel quale era conficcato un palo di ferro, e quando vedeva che nessuno ne era capace era lei stessa a sollevare e lanciare lontano il masso, con grande stupore degli astanti.

Di Maria Puteolana non esistono purtroppo altre informazioni, e le uniche illustrazioni che la rappresentano sono probabilmente copie di età rinascimentale di un originale bassomedievale; la leggenda della vergine guerriera, però, rimane ancora oggi nell’immaginario collettivo della città di Pozzuoli, che le ha dedicato una strada.