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Alba, la bimba down rifiutata da 30 famiglie e adottata da Luca: “Ma lo Stato non ci aiuta”

La storia di Alba, affetta da sindrome di Down e per questo rifiutata da tante potenziali famiglie adottive, parla di amore e speranza. La bimba era stata abbandonata in ospedale dopo la nascita e poi adottata da Luca Trapanese, papà single e omosessuale, nel luglio del 2017. L’articolo 44 della legge 184 del 1983 stabilisce infatti che un single può chiedere l’affido pre-adottivo di un minore in base ad alcune circostanze.

“Adottare un bambino disabile era un’idea maturata in passato, con il mio compagno Eduardo, dal quale poi però mi sono separato” ha raccontato Luca. “Dopo la separazione l’idea di adottare un bimbo disabile è stata l’opzione che per me ha prevalso”.

In un’intervista rilasciata per Napoli Fanpage, Luca parla del perché così tante famiglie hanno rinunciato alla piccola Alba. “Sarebbe semplice dire che quelle coppie l’hanno rifiutata– spiega –Non si pensa che quelle coppie hanno dovuto ammettere di avere una loro disabilità, perché non possono avere figli. Magari sono coppie che per anni hanno provato a fare l’inseminazione artificiale e non ci sono riuscite. Si sono poi dovute orientare verso l’adozione, farsi giudicare, giustamente, dai servizi sociali da un percorso lunghissimo con le psicologhe. Poi c’è l’attesa, l’idoneità all’adozione e poi all’improvviso ti chiamano e ti dicono che c’è un neonato. Che è quello che tutti vogliono. Ma ha 30 giorni e la sindrome di down”.

“Oggi una coppia che ha un figlio disabile viene vista come una coppia “sfigata”, sfortunata, che deve affrontare una marea di problemi burocratici” continua Luca. “Non c’è un accompagnamento psicologico. Quando nasce un bambino disabile, la coppia se lo porta a casa e rimane da sola. Queste persone sono impreparate. Oltre alla fatica dell’accettazione devono vivere anche l’abbandono da parte delle istituzioni. Io dico sempre, quindi, che questo non è un no di 7, 20 o 30 famiglie. Ma è un no di una società. Io invece ho scelto Alba e perciò molti genitori di bambini disabili mi dicono che sono fortunato, loro invece all’inizio hanno avuto molte difficoltà ad accettarli”.

Alba oggi ha due anni ed è una bambina felice, circondata dall’affetto del papà e della sua famiglia. “Un giorno  ad Alba racconterò che la sua mamma l’ha lasciata in ospedale perché sapeva che sarei andato a prenderla” spiega Luca. “Non le dirò che è malata, ma che la sindrome di down è un modo di essere”.