Hanno chiesto di essere processati con rito abbreviato il boss Ciro Rinaldi, arrestato lo scorso 17 febbraio dopo 5 mesi di latitanza, e gli altri sette imputati nel processo per il duplice omicidio di Raffaele Cepparuolo, detto Ultimo, elemento di spicco del clan Esposito-Genidoni del Rione Sanità e dell’innocente Ciro Colonna avvenuto nel Lotto 0 a Ponticelli, periferia est di Napoli, il 7 giugno 2016.
La decisione degli imputati è stata formalizzata questa mattina davanti al gip Romano nell’udienza che si è aperta con la costituzione delle parti civili tra le quali i genitori e la sorella di Ciro, il Comune di Napoli, e alcune associazioni. La requisitoria si terrà ad inizio maggio e sarà affidata al pm antimafia Antonella Fratello, che ha coordinato l’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Gli imputati hanno partecipato all’udienza in videoconferenza malgrado nessuno sia al 41bis.
Imputati il boss Ciro Rinaldi, Anna De Luca Bossa, ritenuta la specchiettista, Giulio Ceglie, Cira Cipollaro (madre di Michele Minichini), Luisa De Stefano, Vincenza Maione, Antonio Rivieccio e Michele Minichini, questi ultimi due ritenuti gli autori materiali del duplice omicidio.
Il giudizio in abbreviato è così denominato quando non si procede attraverso l’udienza preliminare. In caso di condanna, la pena è diminuita di un terzo. Quella all’ergastolo è sostituita con la reclusione a 30 anni. L’ergastolo con l’isolamento diurno è sostituito con l’ergastolo semplice, nei casi di concorso di reati o di reato continuato.

